Modica: Riequilibrio finanziario. In sei step la redazione del piano entro il 29 dicembre. L’amministrazione e il presidente del consiglio comunale incontrano la stampa

Un crono programma in sei step da oggi sino al 29 dicembre prossimo per redigere il piano di riequilibrio finanziario pluriennale che si auspica condiviso dalle forze sociali e sindacali attese le decisioni che dovranno essere assunte sulla scorta dell’approvazione, da parte del consiglio comunale, della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.
Le motivazioni, le procedure, gli obiettivi del risanamento economico dell’ente circoscritto in cinque anni di attività finanziaria sono stati esposti nel corso di una conferenza stampa, tenutasi stamani a Palazzo San Domenico a Modica alla presenza del Sindaco, Antonello Buscema, del Presidente del Consiglio comunale, Carmelo Scarso, degli assessori alle Opere Pubbliche, Giuseppe Sammito (assente l’assessore al Bilancio Santino Amoroso per motivi personali), ai Servizi Sociali, Giovanni Giurdanella e all’Ambiente, Giovanni Spadaro e il capogruppo del PD, Giorgio Zaccaria. Il ricorso dell’amministrazione e del consiglio comunale al decreto legge ( il 10/10/2012 n° 174) noto come Decreto Salva Enti, si è reso necessario, come ha sottolineato l’assessore Giuseppe Sammito, perché “le politiche di risanamento sin qui seguite sono state contrassegnate dalla volontà di non incrementare le aliquote impositive, di evitare più profondi tagli nel livello dei servizi resi ai cittadini ( oltre quelli, già insostenibili, delle manutenzioni) e di non intaccare oltre misura il reddito, e persino l’occupazione, di personale a vario titolo dipendente del Comune”.
Al di là delle opinioni vi sono alcuni dati di fatto. Lo stato ha decurtato i trasferimenti al Comune di Modica di € 2.409,705,58 euro; la regione siciliana di € 628.773,00, emergono altri debiti fuori bilancio, non c’è verso di fronteggiare nei tempi stabiliti, attesa la perdurante crisi di cassa, le transazioni in corso e il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali diretti ed indiretti e i fornitori per i servizi.
Malgrado il lavoro di risanamento compiuto, come ha rilevato il Sindaco Buscema, tutto ciò non è stato sufficiente ad uscire dal tunnel della crisi.
Nei dati ufficiali il disavanzo è passato da 21.815,472 del 2008 agli 8.809.302 del 2011. Sono stati pagati, con risorse del bilancio comunale, debiti fuori bilancio pari a 16.367.219 euro ( dal 208 ad oggi) e tutto questo senza aumentare le aliquote impositive, senza tagliare i servizi, e non riuscendo ad alienare gli immobili per assenza di acquirenti. La soluzione del decreto legge Salva Enti è sembrata la soluzione possibile oltre la quale il verdetto sarebbe stato senza appello. Ovvero la dichiarazione di disseto dell’ente.
“Abbiamo scansionato tempi precisi per acquisire i punti di vista delle categorie sociali, dichiara Giuseppe Sammito, che con noi saranno impegnati nella redazione del piano ( deve essere approvato dal consiglio comunale entro il 29 dicembre 2012 e inviato alla Corte dei Conti) che auspichiamo condiviso da tutta la Città e quindi puntiamo alla partecipazione più ampia, perché è un documento che va incontro alle necessità dell’ente e quindi di tutti.”
Il decreto Salva Enti comporta conseguenze importanti una volta che vi si ricorre. Oggi non sono più possibili le procedure esecutive intraprese nei confronti dell’ente, in quanto sospese sino all’approvazione o al diniego del piano di riequilibrio pluriennale .
“ Il decreto è un provvedimento governativo, dichiara il Presidente del Consiglio comunale, Carmelo Scarso, per riparare al taglio ai trasferimenti statali. I comuni sono entrati in crisi e malgrado gli sforzi compiuti questa appare una soluzione che arriva come una sorta di ciambella di salvataggio.
Ritengo necessario che, nelle viarie fasi di formazione del piano di riequilibrio, possa essere presente la conferenza dei capigruppo perché ci si possa rendere conto delle problematiche in corso. Alla fine è il consiglio comunale che dovrà approvare l’atto finale.”
Non è scontato, è stato rilevato, il ricorso al fondo di rotazione per la concessione di anticipazioni agli enti locali in situazioni di grave squilibrio finanziario perché questo comporterebbe una serie di azioni, come l’aumento massimo delle aliquote imponibili, che al momento non vengono prese in considerazione.
“ Dopo la fase di avvio del risanamento, commenta il Sindaco Buscema, segue la fase due quella della soluzione prevista dal decreto Salva Enti che deve essere costruita in un clima di responsabilità. In un clima collaborativo, non conflittuale e positivo. Riteniamo che il riequilibrio finanziario avrà per cinque anni un collaboratore importante come la Corte dei Conti che ogni sei mesi deve monitorare l’azione economica finanziaria dell’ente. Il garante, insomma, della fase programmatica ed esecutiva dell’ente, sarà la magistratura contabile.”

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