UNIVERSITA’ A RAGUSA, SONIA MIGLIORE: “FACCIAMO I NOMI E I COGNOMI DI CHI VUOLE DECRETARNE LA MORTE. I RAGUSANI NON VOGLIONO GETTARE LA SPUGNA. MA SI INDIVIDUINO LE RESPONSABILITA’

“Intervengo sulla questione Università per cercare di fare chiarezza, almeno tra i ragusani, su una faccenda che, non solo è delicata, ma sta diventando paradossale”. E’ quanto afferma Sonia Migliore, dirigente provinciale e regionale Udc, che dice la sua sulla complessa vicenda. “Premettiamo che, da decenni – afferma – la collettività e le amministrazioni passate, comunali e provinciali, hanno puntato su un investimento giustissimo, economico, sociale e culturale creando i presupposti reali per avere il polo universitario ibleo: quindi sono state messe in campo politiche e ingenti risorse economiche affinché questo sogno diventasse una realtà del nostro territorio. Vero è che si è partiti con eccessive ambizioni nel sostenere troppi corsi di laurea che non potevamo mantenerci, ma è anche vero che mano a mano è scemata la “volontà politica” che ha fatto agire gli ultimi amministratori, la classe politica e imprenditoriale in genere, con la filosofia di Ponzio Pilato: poche discussioni, pochi atti concreti e pochissime soluzioni alternative allo stato di fatto dell’Università: un enorme pasticcio, dallo statuto, alle vecchie transazioni, ai rapporti con l’Ateneo catanese, agli stati generali, alle innumerevoli bozze di convenzioni…fatti che sono storia e che dimostrano che si è navigato in alto mare in balia delle improvvisazioni e degli stati umorali di quanti, nel tempo, cercavano visibilità denotando una palese incapacità sia sul piano progettuale che su quello amministrativo”. Sonia Migliore continua chiarendo che “oggi l’Università è un dato di fatto ed una splendida realtà iblea che va al di là del momento e deve essere vista e inquadrata con lungimiranza politica per i risvolti che ha avuto, che ha e che soprattutto potrà avere nel futuro sulla nostra città e in particolare su Ibla: l’indotto economico, sociale e culturale che muove l’Università non è indifferente e non possiamo perderlo e a tal proposito ricordo come numerose cittadine italiane e straniere “vivono” sulla presenza delle realtà universitarie: da Urbino a Pisa, da Siena a Exeter in Inghilterra, a Tourun in Polonia. Piccoli centri che possono contare solo su magnifiche realtà universitarie e raccolgono studenti da tutte le parti del mondo. E’ possibile aver investito decine e decine di milioni di euro sull’Università e poi, alla fine del percorso (dobbiamo resistere solo un anno), dire…abbiamo giocato? Non è possibile, non è serio e non è responsabile”. Sonia Migliore aggiunge: “Adesso è il momento di capire chi, con nome e cognome, vuole la fine dell’Università a Ragusa: perché sui bilanci del Comune e della Provincia fino a qualche mese fa non si è messa mai in discussione la sussistenza dell’Università e adesso pare che tutto stia precipitando? Il Comune, a quanto ne so, e ringrazio la disponibilità del commissario Rizza, esprime, anche se con difficoltà di liquidità di cassa, dovuta principalmente ad una paralisi del Governo regionale uscente, la volontà di volere ottemperare agli impegni presi con un contratto che abbiamo con il rettore (perché ricordiamoci che abbiamo assunto impegni economici ben precisi), volontà che invece pare sia totalmente inversa alla Provincia, dove improvvisamente e senza capirne il motivo l’Università è diventata un impiccio di cui bisogna liberarsi: alcuni dirigenti giocano totalmente contro, cercando di dimostrare che non ci sono soldi, tanto che hanno pure votato contro il ritiro del ricorso avverso l’Ateneo catanese che invece è stata l’unica cosa che ci ha permesso di riaprire i termini delle trattative in modo civile con Catania, e ci giocano talmente contro da fuorviare, probabilmente, anche la volontà del commissario avv. Scarso. Se dobbiamo recuperare somme, cominciamo a dimezzare i dirigenti ed il loro stipendio che oggi appare ingiustificato e soprattutto socialmente intollerabile; eliminiamo i compensi ai Consigli di amministrazione, pensiamo ad accorpare funzioni e competenze all’ente Provincia: dall’Ato ambiente allo Iacp, dal Consorzio di Bonifica all’Ato idrico, e quindi anche al Consorzio universitario, e ovviamente non possiamo licenziare decine di lavoratori perpetrando politiche di macelleria sociale. Chi propone questo, abbia il coraggio di farlo pubblicamente e se ne assuma le responsabilità politiche. L’Udc vuole mantenere e puntare sullo sviluppo futuro dell’Università iblea che oggi, voglio ricordare, è sede di Facoltà di lingue ed in questo dobbiamo riconoscere la volontà del rettore Recca che ha condotto una vera battaglia contro l’Università di Catania. Quindi il ringraziamento va anche all’on. Orazio Ragusa che sta portando avanti l’impegno dato per l’Università. A fronte di tutto questo, cosa facciamo noi ragusani: gettiamo la spugna? Non l’abbiamo fatto con l’aeroporto, non dobbiamo farlo con l’Università perché sarebbe immorale ed irresponsabile, piuttosto assumiamoci le nostre responsabilità, ognuno per il ruolo che ci compete, e cominciamo a dire pubblicamente perché si è deciso di far morire l’Università: a cominciare dalla Provincia, dica il commissario espressamente come mai improvvisamente non ci sono più soldi per mantenere i nostri impegni, consolidati nel tempo, sulla questione Università”.

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