GLI ANTIBIOTICI: FARMACI MOLTO UTILI SE UTILIZZATI CORRETTAMENTE. La rubrica del dottore Federico Mavilla

In effetti è vero, da quando sono stati scoperti, la fama di miracolosi, che da sempre li accompagna, ha fatto nascere il problema del loro cattivo uso. Non è difficile ricostruire la folgorante ‘carriera’ degli antibiotici; pensiamo a che cosa doveva essere la situazione medica prima che Fleming scoprisse la penicillina: tante infezioni batteriche come la sifilide la facevano da padroni, si moriva per colpa dei cocchi, di fronte a vibrioni e bacilli vari. Poi, come per miracolo, quando è apparsa la penicillina e tutte le sue figlie e nipoti, i batteri hanno registrato sconfitte clamorose, al punto da far dichiarare ‘debellate’ la quasi totalità delle infezioni.
Con questi presupposti, è facile capire che l’utilizzo degli antibiotici sia divenuto in breve tempo anche un abuso: le malattie batteriche causano febbre, per cui il sillogismo febbre=infezione è divenuto rapidamente febbre=antibiotico, ed ecco, quindi, che si sono incominciati a prescrivere antibiotici anche nelle situazioni in cui sono del tutto inutili per non dire dannosi, e cioè nelle infezioni di origine virale. Antibiotici nell’influenza, antibiotici nelle otiti infantili, antibiotici nelle gastroenteriti, antibiotici nelle bronchiti… senza alcun riguardo alla vera causa di queste infezioni, ottenendo un risultato prevedibile: i batteri, per selezione naturale o per mutazione, si sono fatti resistenti alla maggior parte degli antibiotici, per cui, anche nelle infezioni in cui l’uso di questi farmaci sarebbe appropriato, si evidenziano insuccessi terapeutici sempre più frequenti .
A questo uso indiscriminato, si è poi aggiunto un errore grave, compiuto da molti pazienti, talora, purtroppo, con l’avvallo del medico curante: la riduzione delle dosi e dei tempi di assunzione. Gli antibiotici fanno male, questa è la credenza più frequente che suole ripetersi, “indeboliscono”, da cui il comportamento, tanto errato quanto dannoso, di prenderli per poco tempo possibile , con il risultato di accelerare ancora maggiormente la nascita e la diffusione di batteri resistenti.
Da tutto questo ne viene fuori che la battaglia contro le infezioni sta subendo delle sconfitte enormi da parte del genere umano: non abbiamo più antibiotici in grado di uccidere molti batteri, visto che abbiamo sprecato munizioni contro nemici inattaccabili da queste armi, cui si aggiunge la constatazione che la maggior parte delle infezioni (in età pediatrica la quasi totalità) hanno come agenti causali non più i batteri ma i virus, notoriamente non aggredibili con antibiotici. Che soluzione adottare per cercare di limitare i danni al minimo possibile?
Utilizzare antibiotici solamente nelle infezioni ad alta probabilità di origine batterica, utilizzare antibiotici a spettro di azione ristretto, adottare una corretta somministrazione: dosi giuste per tempi giusti. Se non si farà così, il mondo, governato una volta dai dinosauri, con il passare dei millenni resterà in balia degli infinitamente piccoli per colpa dell’avventatezza umana.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa