Bilanci in rosso al Comune di Modica. Buscema e Torchi: sfida a colpi di “fioretto”

Buscema e Torchi, ovvero il sindaco attuale e quello precedente, non si sono mai “amati”. La loro è una “sfida” a distanza che non ha fine. In mezzo una competizione elettorale (nel maggio del 2007) vinta dal secondo, ed un confronto pubblico “mancato” qualche giorno fa (organizzato da un giornale indipendente), perché rifiutato dall’attuale primo cittadino. Antonello Buscema, però, pur rifiutando il confronto pubblico, non si sottrae a quello relativo ai comunicati stampa. L’ennesima “puntata” di quella che potremmo, oramai, definire come una “soap opera” americana, avviene ieri. L’attuale sindaco definisce le proposte del suo predecessore come “tesi che si presentano tanto deboli, piene di inesattezze e contraddizioni, quanto fuorvianti e volte al capovolgimento della realtà delle cose”. La nota di Buscema continua con minuziosa e certosina precisione, in più di dieci pagine, parlando di debiti fuori bilancio (“Strano che l’ex sindaco possa non ricordare la sequenza impressionante di decisioni di finanziamento di spese assunte dalla sua amministrazione – afferma. Era forse distratto da altro?”), numeri del disavanzo (“confusione incredibile che l’ex sindaco fa tra debito – commenta Buscema -, disavanzo e anticipazioni, frutto di evidente non padronanza dei fatti amministrativi e contabili”) e risanamento (“una voragine lasciata da Torchi”). Piero Torchi non si “tiene niente” e ribatte: “Sintomo evidente di impreparazione, confusione e, soprattutto – dichiara -, di un astio latente nei confronti di chi li ha preceduti, che riesce persino a far ottenebrare gli ultimi sprazzi di lucidità”. L’ex sindaco di Modica fa ulteriore riferimento alla relazione tenuta da Franco Di Martino (“certamente uomo la cui storia politica non mi è vicina – commenta”), durante un convegno, che mostri come “da sinistra a destra, i numeri e gli interventi, danno torto a questa amministrazione”. Anche Torchi ribatte punto su punto. Anche la conclusione dei due documenti è in netta antitesi: “Proprio per questo pensiamo che Modica – afferma Buscema – ed i modicani non abbiano bisogno di altre favole come quelle che, nel passato, l’hanno spinta ad allontanarsi e non certo ad avvicinarsi – alla concreta realizzazione delle proprie aspirazioni. Questo futuro non può prescindere da un’amministrazione onesta – conclude – che si preoccupi prima di ogni altra cosa di tenere in ordine i conti: quei conti che sono indispensabili per realizzare (e non solo immaginare) una prospettiva crescita.  Da questo – e da null’altro – si misura l’affidabilità di chi accompagna per mano la Città nel suo cammino, e non la abbandona”. Per Piero Torchi, invece, la proposta finale resta sempre la stessa: “se il sindaco ed i suoi assessori sono cosi sicuri delle loro cifre, se hanno a che fare con “uno sprovveduto ignorante” quale io sarei secondo la loro nota, se hanno il tempo di redigere una nota di 12 pagine solo per rispondere a me, incapace ex sindaco, perché non trovano il tempo di confrontarsi con questo sprovveduto ed ignorante semplice cittadino? Anzi, rilancio la proposta: il sindaco si porti pure dietro l’assessore che gli ha scritto la nota, quello al bilancio ed i suoi consulenti più o meno ufficiali e si confronti con me. Avrà tutta l’occasione e le possibilità per smentirmi e per coprirmi di ridicolo. Oppure – conclude Torchi -, continui a scappare, a farsi difendere da altri, ora partiti, ora collaboratori, revisori o assessori. Io resto qua e lo aspetto da semplice cittadino, con la serenità e la pazienza di chi è forte delle sue ragioni”. La verità viene reclamata da entrambi, ma, probabilmente, è venuto il momento di renderla oggettiva, con un confronto reale fra i due, non per un mero interesse del primo sul secondo (o viceversa) ma per porre fine a questo siparietto e per consentire alla città di Modica di capire, riflettere e decidere. Per poi, cosa più importante, lavorare (seguendo l’appello del presidente della civica assise, Carmelo Scarso) tutti insieme per il bene della città e per evitare lo spettro del dissesto finanziario (anche se “voci di corridoio” vorrebbero che qualcuno non sarebbe poi così dispiaciuto, poiché in questo modo si eviterebbero le elezioni comunali…).

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