Elezioni regionali. . A Ragusa si dimette il portavoce provinciale di Federazione della Sinistra

Il dato elettorale è ormai archiviato; il responso è stato chiaro e netto, come l’astensionismo ed il voto di protesta; la Sinistra alternativa continua a scontare le proprie debolezze e le discrasie derivanti da una visione miope di parte della sua classe dirigente, incapace di guardare alla realtà sociale e di interpretare le attese di un elettorato sempre più sfiduciato e disorientato.
Pur avendo sancito, in sede regionale, accordi ed alleanze valide, tutte tese al superamento dello sbarramento elettorale, la diversità di vedute rispetto al momento essenziale dell’individuazione di ambiti territoriali e candidature (pur legittime in taluni casi) hanno provocato un ingiustificabile e deleterio disimpegno che ha prodotto, oltre al risultato noto a tutti, anche la vanificazione del lavoro profuso dalle componenti più impegnate come il Movimento per il Partito del Lavoro (formato da Socialismo 2000 e da Lavoro e Solidarietà, due dei quattro soggetti della Federazione della Sinistra).
La lettura dei report elettorali delle singole realtà comunali è spietata ed eloquente allo stesso tempo; essa fotografa in modo ineludibile il grado di impegno dispensato dai rispettivi gruppi dirigenti a sostegno dei candidati in lista; ciò nonostante, Angelo Di Natale, grazie al sostegno profuso dal Movimento per il Partito del Lavoro ha potuto conseguire il più alto consenso provinciale nell’ambito della lista unitaria – ampiamente meritato – tra cui spicca il successo registrato a Modica, dove ha riportato quasi il 70 per cento del dato complessivo.
Il dato positivo cennato, tuttavia, non può celare l’amarezza e la delusione per la vanificazione degli sforzi profusi che, spesso, hanno messo in discussione anche il ruolo di mediazione del portavoce provinciale che ha incontrato difficoltà operative tali da svuotare di significato e valenza la funzione di referente unitario.
Di fatto, con atteggiamenti di rinuncia, rinvii ed immobilismo, sono state vanificate e depotenziate le azioni propositive e di stimolo del portavoce – orientate tutte alla costruzione di una linea unitaria garantista degli accordi di alleanza, che in alcuni casi si sono spinti fino al punto limite della apposizione di veti sia funzionali che discriminatori verso la componente politica di appartenenza e, perfino, personali.
Alla luce di siffatto contesto il portavoce provinciale rassegna le proprie, irrevocabili, dimissioni ritenendo superfluo l’esercizio di un ruolo e di un ufficio solo formale e pleonastico, incarico reso ancor più accessorio dal deliberato nazionale del Consiglio Federale del 3 Novembre 2012 che, affidando alle strutture dirigenziali delle singoli componenti l’onere delle decisioni, delle scelte e della responsabilità, ha praticamente diversificato le differenti strategie politiche delle rispettive agende politiche.
La decisone del Comitato Politico Nazionale, praticamente, ha sancito il ripristino dell’autonomia dell’iniziativa individuale (lo statuto non prescrive il vincolo della linea unitaria) che, nell’imminenza delle prossime elezioni nazionali, permetterà a tre dei soggetti federati       (Socialismo 2000, Lavoro e Solidarietà e Comunisti Italiani) di confrontarsi con tutte le forze del centrosinistra per un’alleanza progressista (anche attraverso la partecipazione alle primarie di coalizione) e, contestualmente, consentirà al partito della Rifondazione Comunista,  che non intende relazionarsi con il Partito Democratico, di scegliere percorsi alternativi.
Resta integra – tuttavia a livello regionale – la condivisione, l’intesa e l’impegno congiunto in occasioni di prossime scadenze elettorali territoriali, in cui si concorrerà – sotto l’emblema federale – alla composizione di liste unitarie della sinistra alternativa.

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