Sottrasse soldi a ex senatore della Repubblica, Modica, nominato uno psichiatra

Uno psichiatra dovrà stabilire se l’imputato era in grado di intendere e di volere al momento in cui commise il reato e se in grado di partecipare consapevolmente al processo a suo carico. Sono questi i motivi per cui il giudice unico del Tribunale di Modica, Antongiulio Maggiore, ha deciso di affidare una consulenza tecnica allo psichiatra, Carmelo Di Fazio. L’imputato è Carmelo B., 37 anni, difeso dall’avvocato Carmelo Vicari, accusato di furto aggravato ai danni dell’ex senatore della Repubblica, Giuseppe La Rosa, oramai deceduto. Il perito sarà escusso il prossimo sei maggio. Il procedimento è legato al conto corrente dell’ex esponente politico della Democrazia Cristiana, il quale nel giro di appena sei mesi erano stati sottratti dal proprio conto corrente bancario oltre dodicimila euro. I parenti, giacchè La Rosa non era fisicamente in grado di operare alcun procedimento, avevano denunciato i loro sospetti alla Polizia che, svolte le dovute indagini, aveva individuato in Carmelo B. il “furbetto”, che poi fu reo confesso ma tirò in ballo anche altre due persone, successivamente prosciolte. Secondo l’accusa, la vittima consegnava il bancomat per avere della liquidità a casa, all’imputato che lo accudiva e verso il quale nutriva molta fiducia. Secondo la polizia, però, questi avrebbe prelevato somme per 250 euro giornaliere fino a raggiungere la somma massima che era possibile prelevare in un mese. L’anziano senatore attraverso un nipote, aveva chiesto l’estratto del conto e da questo scoprì la mancanza di soldi dai suoi depositi bancari. C’erano, insomma, ammanchi non indifferenti. Aveva chiesto ragguaglio al suo istituto di credito che non aveva rilevato problemi di movimentazione sul conto se non i prelievi effettuati tramite assegni e bancomat. A questo punto, sicuro delle proprie condizioni, Giuseppe La Rosa aveva informato di quanto stava accadendo la polizia che ha avviato l’indagine con l’interrogatorio di tutte le persone vicine al pensionato e, soprattutto, coloro che bazzicavano in casa dell’uomo o, comunque, che avevano a che fare con la vittima.

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