Lettera pubblica al sindaco Buscema e all’assessore Sammito. A Modica spazi, edifici e strutture del Comune sono stati utilizzati per propaganda elettorale?

Il dibattito elettorale e l’attività di liste e candidati impegnati nella ricerca del consenso hanno messo in luce una questione di legalità che a mio avviso rimane il nodo centrale del confronto democratico finalizzato alla formazione delle rappresentanze e dei governi nelle istituzioni preposte alla gestione della cosa pubblica, essendo tale questione la precondizione dell’agire pubblico. E’ su questo fronte che punta la lettera di Angelo Di Natale, già candidato alla passata tornata elettorale, la lettera inviata al sindaco di Modica e all’assessore Sammito.
“Sul tema del rispetto delle regole della propaganda elettorale – scrive Di Natale – ho già detto tutto, in sostanziale solitudine, ed ho fatto le denunce ben note che probabilmente hanno contribuito ad un più efficace controllo ed alla rimozione, tardiva quando c’è stata, degli abusi; ma soprattutto hanno stimolato, nel silenzio di candidati impegnatissimi a violare la legge, una presa di coscienza diffusa che spero sia divenuta patrimonio acquisito di valori di civismo e di cittadinanza da difendere e da sviluppare sempre di più in futuro, all’insegna di quella domanda semplice che più volte ho posto ma che mi sono anche sentito porre da numerosi cittadini-elettori: se chi si candida a curare il bene comune, nell’istante stesso in cui lo fa, ben sapendo di doverlo fare nel modo più appropriato e quindi rispettoso delle norme, per mero tornaconto personale, quindi privato, viola invece queste norme e si appropria di ciò che non è suo, cosa sarà disposto a fare quando, non avendo così platealmente addosso gli occhi di tutti, potrà potenzialmente disporre dei beni comuni, cioè dei beni di tutti i cittadini, ed anche del danaro pubblico che, oggi, rappresenta più del 45% del reddito prodotto con la fatica e il sudore quotidiano da chi lavora e produce?
Ho posto questi temi in generale, ma li ho posti anche con riferimento alla realtà iblea dove sono state diverse migliaia le violazioni accertate e, in particolare, a quella di Modica, dove il numero degli abusi contestati è stato il più alto.
Sul tema ho dovuto interpellare anche l’amministrazione del Comune in relazione agli obblighi dell’ente in materia di controlli e di garanzia del rispetto delle norme, anche attraverso i necessari interventi di ripristino della legalità violata. In proposito mi sono imbattuto nella singolare anomalia di violazioni riferibili al candidato – (ex) assessore del Comune e, probabilmente, ben presto nuovamente assessore – che, sia con proprie dichiarazioni, che per l’evidenza oggettiva del suo agire elettorale, nelle elezioni del 28 ottobre scorso è stato il rappresentante dell’amministrazione comunale. Dal cui interno il 29 ottobre sono giunte letture del voto improntate ad una valutazione putativa di grande consenso, tant’è che, solo per il rispetto della verità al quale i cittadini hanno diritto, ho dovuto fare appello ai numeri e alla loro essenzialità. Ho ricevuto tanti apprezzamenti di liberi cittadini che neanche conosco e un insulto anonimo in un forum on line (di chi sembrava agisse da avvocato difensore dell’assessore Sammito, a mio avviso a sua insaputa perché, fino a prova contraria mai sarei disposto a crederlo) ma né l’interessata, né altri esponenti dell’amministrazione comunale sono intervenuti nel merito dei numeri, dai quali pure alcuni di loro avevano ricavato una lettura del tutto in contrasto con essi.
Ma voglio tornare sul nodo centrale di questa mia riflessione – le regole, la legalità, il rispetto sacrale ed assoluto degli spazi e dei beni comuni, che sono spazi e beni di tutti – per porre una domanda, pubblica, al sindaco Antonello Buscema e all’assessore Anna Maria Sammito, sperando in una risposta, pubblica.
Scelgo questa modalità – e non altre, in generale più appropriate – nel porre il tema, solo per la stima che ho delle persone del sindaco e dell’assessore, stima che però – quando le persone sono servitori della comunità e gestori per conto di essa della cosa pubblica – non può restare confinata nella sfera dei convincimenti interiori e dei sentimenti privati, ma deve potersi esprimere ed estendere anche, e soprattutto, sul terreno delle azioni e degli atti pubblici compiuti nell’esercizio dei poteri ad esse conferiti, proprio e soltanto, perché possano curare il bene comune.
La domanda è questa.
Il sindaco Buscema e l’assessore Sammito possono escludere che nel corso della recente campagna elettorale l’attività di propaganda del candidato Sammito e/o di altri candidati abbia comportato l’utilizzazione di spazi, strutture, edifici o servizi comunali (dei quali quindi l’amministrazione avesse la potestà di disporre) destinati a finalità pubbliche, quindi estranee e non compatibili con quelle, private, proprie della “caccia al voto” di partiti, liste e aspiranti deputati?
Confido in una risposta chiara, in punto di fatto. Da cittadino il quale crede che, prima di ogni programma politico (magari enunciato in campagna elettorale e poi, come in molti sono abituati a fare, riposto nel cassetto) i comportamenti valgano più delle parole, le azioni pubbliche effettivamente compiute e quindi visibili e verificabili più di ogni promessa, di ogni assunzione d’impegno, di ogni proclama.
Non credo di essere l’unico cittadino a pensarla così. Anzi sono certo che siamo in tanti. E che, dalle persone – che stimo – , nonché dai “democratici” cui questa lettera pubblica è rivolta, non possa non venire una risposta chiara, onesta e veritiera”.

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