ASSENTEISMO AL COMUNE DI MODICA. LA DIFESA SI APPELLA ALLA PRESUNZIONE D’INNOCENZA. “I DIPENDENTI COMUNALI NON SONO TRUFFATORI E LADRI”

Sicuramente non lo sono la maggior parte. In questo momento storico economico e, in genere, quando si parla di reati contro la pubblica amministrazione, è difficile e impopolare, specie se come nel nostro caso si è anche difensori, richiamare i principi cardine del processo penale: imputato non vuol dire ancora colpevole! Lo dicono gli avvocati penalisti Salvatore Poidomani e Fabio Borrometi, due del folto numero di legali chiamati a difendere i 106 dipendenti comunale di Modica, indagati per truffa. Lo puntualizzato per “dovere professionale e con la consapevolezza dell’innocenza della maggior parte dei nostri assistiti che impone delle brevi annotazioni”. Poidomani e Borrometi ai cittadini chiedono prudenza prima di esprimere giudizi, condanne, offese. “D’altra parte – rilevano i due avvocati – gli esiti di alcuni dei più recenti procedimenti giudiziari che hanno riguardato amministratori pubblici, dovrebbero pur servirci da monito: ci si riferisce, a tale proposito, ai tre più importanti processi degli ultimi anni che la invalsa spettacolarizzazione dei processi penali ha contribuito a portare all’attenzione dell’opinione pubblica, definitisi con altrettante sentenze di proscioglimento e di assoluzione (“Modica bene”, processo ai Funzionari comunali per attribuzione delle qualifiche superiori, accuse ai consiglieri comunali dell’attuale maggioranza di falso ideologico).
Ecco perché è importante non cedere alla facile tentazione di fare di tutta l’erba un fascio, non lasciamoci fuorviare da episodi sicuramente gravi, di forte impatto mediatico, ma nei quali è corretto, giusto e doveroso saper distinguere le diverse responsabilità.
Con riferimento al procedimento del quale, proprio in questi giorni, si è dato nuovo impulso giornalistico, sentiamo il dovere di ricordare che il GIP ha rigettato tutte le richieste di misure cautelari, contrariamente a quanto è stato fatto per altri procedimenti similari, rilevando che “l’entità del fatto non è sintomatico di particolare pericolosità sociale…”
Ed ancora, che per 18 imputati il GIP, richiamando le affermazioni dello stesso P.M., ha rilevato che trattasi di “circostanze e modalità della condotta che depongono per l’occasionalità del reato”.
L’indagine, così come è stata condotta, presenta non poche carenze e lacune, che saranno evidenziate e sviscerate nel corso del processo dibattimentale, che riteniamo costituire l’unica, vera sede ove discutere e trattare tali eventi.
E’ stato ribadito alla stampa, ma il dato era già noto, che le condotte criminose sarebbero state riprese da alcune telecamere nascoste, ma sarebbe bene anche aggiungere che tali telecamere, delle quali una posizionata nel corridoio e l’altra nell’ingresso del palazzo principale, hanno registrato dati freddi, astratti, che non possono dar conto della reale situazione all’interno degli uffici e che necessitano di essere letti con l’ausilio degli accusati i quali, sino ad oggi, non hanno potuto manifestare in alcun modo il loro diritto di difesa.
E così, si consideri, ad esempio, che non si è tenuto conto della circostanza che diversi dipendenti lavorano in condivisione con altri settori comunali disseminati nei vari quartieri della città e che, quindi, sono obbligati a spostarsi da un quartiere all’altro proprio per ragioni di lavoro; né che molti uffici sono ubicati al piano terra dove le telecamere non sono state appostate, o che in tanti tanti casi anche se un dipendente ha timbrato per il collega, quest’ultimo era già in ufficio o è entrato subito dopo, e tante altre anomalie che naturalmente troveranno spazio nel processo.
Come si vede, si tratta di approfondire e vagliare con serenità e distacco i documenti, per lo più costituiti di riprese video, con gli imputati, gli avvocati e con la garanzia del giudice, visto che sino a questo momento l’indagine è stata condotta, come è normale che sia, solo dal punto di vista dell’Accusa senza il confronto con nessun altro. In conclusione, non fermiamoci alla conferenza stampa, che è un momento destinato ad illustrare gli esiti dell’attività investigativa. L’indagine è un’ipotesi. Aspettiamo la sintesi, la sentenza”.

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