Modica, resa nota la delibera della Corte dei Conti all’audizione dell’amministrazione. Il Sindaco: “Al di là dei termini l’ente accelererà un credibile piano di riequilibrio”

Nei giorni scorsi è stata trasmessa al Comune di Modica la deliberazione che la Sezione di Controllo della Corte dei Conti ha assunto in occasione dell’udienza del 24 ottobre scorso e che è stata formalmente depositata il 20 novembre. La deliberazione, afferma il sindaco Antonello Buscema, contiene la conclusione dell’istruttoria che la Corte ha condotto in merito al Rendiconto 2010, a seguito di un’articolata richiesta di chiarimenti a cui il Comune ha puntualmente fornito i propri riscontri, peraltro ribaditi nel corso dell’udienza stessa.
Nonostante la Corte dei Conti ci dia atto dei passi avanti condotti in questi anni sul fronte del risanamento finanziario e di un andamento progressivamente migliorativo del bilancio, la situazione analizzata dalla deliberazione “fotografa” in un dato momento storico (cioè a dicembre dell’anno 2010 – secondo anno pieno di operatività della amministrazione in carica) tutte quelle criticità che abbiamo sempre avuto ben presenti e che abbiamo anche cercato, oltre che di superare, anche di spiegare chiaramente ai nostri concittadini.
Quella situazione, prosegue Buscema, alla fine del 2010 presentava vari aspetti evidentemente problematici, e continua tuttora a presentarne. Certo la Corte non li considera relativamente a un prima e a un dopo, ma in sè, relativamente a quelli che dovrebbero essere i parametri di una normale gestione finanziaria.
A seguito di questa analisi, la Corte dei Conti ha assegnato al Comune un termine di 60 giorni per adottare una serie di misure correttive o in alternativa per stabilire di procedere alla dichiarazione del dissesto finanziario.
Questo termine sembrerebbe sovrapporsi a quello che il Consiglio comunale si era già dato, con la delibera del 31 ottobre, per redigere il Piano pluriennale di riequilibrio finanziario.
Essendo le due procedure formalmente incompatibili, l’Amministrazione e gli organi tecnici che la assistono ritengono che risulti preminente quella attivata dal Comune in modo autonomo e in data antecedente al deposito della deliberazione della Corte. Il chiarimento di questo aspetto è oggetto di approfondimento con gli uffici della Corte stessa, ai quali è stata inoltrata una comunicazione formale in tal senso.

È evidente che tanto la procedura individuata dalla deliberazione della Corte dei Conti quanto quella prescelta dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale, convergono sulla necessità di assumere decisioni e di intraprendere azioni che consentano il definitivo riequilibrio del bilancio.
Questo è quello che oggi chiede a tutti gli enti locali il Governo nazionale, che ha mutato notevolmente e in senso sempre più rigoroso il proprio orientamento rispetto alla gestione delle situazioni debitorie, fino ad imporre la loro piena emersione e radicale risoluzione. Anche l’accrescimento dei poteri della Corte dei Conti va in questa direzione e lo dimostra chiaramente il fatto che in anni precedenti, in presenza di situazioni anche molto peggiori (come quella del nostro stesso Comune negli anni 2007-2008-2009), non si siano registrati interventi così categorici.
È altrettanto evidente, continua Buscema, che la differenza tra le due procedure sta piuttosto nei tempi in cui l’obiettivo del pieno e definitivo riequilibrio deve realizzarsi: laddove la Corte dei Conti ci chiede di chiudere tutte le operazioni in un tempo contenuto e di accrescerne notevolmente la profondità di intervento, l’impostazione del piano di riequilibrio ha piuttosto una prospettiva quinquennale.
Quattro anni fa noi abbiamo invertito la direzione di marcia, oggi ci viene chiesto di accelerarla e noi stessi ne siamo ben consapevoli. Per questo l’Amministrazione sta proseguendo il lavoro per la redazione del Piano di riequilibrio e ha chiesto al Presidente del Consiglio di convocare appositamente la Conferenza dei capigruppo e la Commissione bilancio per sabato mattina. Le determinazioni finali dovranno essere infine assunte dal Consiglio comunale.

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