Niente refezione scolastica a Modica. Protesta Abbate

Oggi tutte le famiglie europee ripartiscono il proprio budget tenendo fortemente in considerazione l’asse delle priorità, ed ecco che si rinuncia ad alcuni beni considerati superflui per investire in beni di prima necessità. Anche gli enti locali si devono attenere a questa strettissima dieta, ma ai tagli indiscriminati secondo la politica di “let’s cut”, che bene si adatta alle famiglie. “Ritengo sia più opportuno che gli enti amministrativi innanzitutto – dice il presidente dell’Unsic di Modica, Ignazio Abbate – comincino a svecchiare il loro sistema obsoleto e soprattutto che facciano delle scelte più oculate, dalle quali dipendono l’intera comunità. Mi riferisco alla decisione presa dall’attuale amministrazione del comune di Modica, che per seguire questa politica di austerity ha portato alla diminuzione o alla sospensione di alcuni servizi per i cittadini, uno fra questi il servizio di refezione scolastica; che comunque crea enormi disagi alle famiglie da ormai 4 anni; infatti questo ritardo di organizzazione del servizio è abitudine dell’ amministrazione, lasciando ogni anno per mesi i bambini sia della scuola materna che delle classi del tempo prolungato, senza il servizio di refezione.
Questo servizio fino ad oggi è stato svolto secondo la selezione tramite gara di appalto di una ditta esterna, che oltre ad essere onerosa risultava essere un servizio poco efficiente.
Anziché sopprimere totalmente il servizio e gravare ancora una volta solo e soltanto sulle famiglie dei bambini, trovo sarebbe stato più proficuo sperimentare soluzioni alternative. Un approccio seppur sperimentale ma più dinamico e pratico sarebbe stato quello di offrire la possibilità agli imprenditori della zona, ristoranti e/o trattorie, di proporsi come fornitori di questo servizio. I vantaggi di tale proposta sono molteplici, da un lato comporta un incremento dell’occupazione per queste attività in forte calo soprattutto durante la fascia oraria giornaliera, anche a causa della crisi, dall’altro lato, imponendo l’acquisto delle materie prime a kilometro zero, si aiuta l’economia locale a contrastare questo stato di empasse e a trarne beneficio; oltre a ciò tale progetto mira a promuovere la qualità della vita dei bambini e dei giovani che hanno l’opportunità di imparare delle sane abitudini, a migliorare l’approccio scolastico e interpersonale.
Inoltre sotto forma di contributi o rimborsi alle famiglie si interverrà direttamente a sostegno delle stesse senza attendere iter burocratici lunghi, al fine di poter contribuire in maniera attiva all’incremento di un’economia intelligente, sostenibile e solidale, perfettamente inserita in un contesto europeo”.

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