PD Ragusa, domani si celebra la “Giornata contro la violenza sulle donne.” La Cognata: “Ma essere donna in Italia significa vivere una condizione di svantaggio”

“Le donne sono penalizzate soprattutto nell’ambito lavorativo. Ecco perché nessun dato confortante si intravede per accogliere al meglio la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne in programma domani, domenica 25 novembre”. Lo afferma Giancarla La Cognata, coordinatrice della conferenza permanente delle Donne del Pd di Ragusa. “Le pari opportunità – chiarisce La Cognata – non si raggiungono “concedendo” posti nei ruoli apicali della politica, dell’economia, della ricerca, bensì mettendo allo stesso livello, a prescindere dal genere, l’asticella da superare per raggiungerli. Nel sottoscrivere la convenzione contro la violenza maschile sulle donne e il femminicidio, la conferenza permanente delle Donne di Ragusa chiederà al coordinamento che l’ha proposta di essere aggiornati su quale sia nei fatti “l’efficacia e l’attuazione del Piano Nazionale contro la violenza (di genere e lo stalking) varato dal governo nel 2011. Ci auguriamo che il Governo abbia l’accortezza e la lungimiranza di consultare le associazioni che l’hanno sottoscritto per discutere le proposte in materia di prevenzione, contrasto e protezione”.
“Atto dovuto – prosegue La Cognata – sarebbe anche «la ratifica immediata della convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) sulla prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica». Proprio dall’Europa non arriva un segnale positivo per quanto riguarda le donne e le loro libertà. Infatti, il 21 novembre è stato nominato commissario europeo per la salute e la tutela dei consumatori il maltese Tonio Borg, un convinto anti-abortista e contrario al divorzio (oltre che, manco a dirlo, contrario all’allargamento dei diritti civili a gay e coppie di fatto). Siamo tutti immersi in una cultura che non considera così importante la prevaricazione di un uomo su una donna in quanto basata su stereotipi di genere che condizionano le relazioni nella nostra società. Non esiste nelle scuole un’educazione ai sentimenti, agli affetti, alle relazioni, che aiuti gli adolescenti al rispetto di genere”.
Il dato in Italia è impietoso: muore di violenza maschile (femminicidio) una donna ogni due/tre giorni. Ma purtroppo, nel nostro Paese, mentre parliamo della possibilità di quote rosa in politica (quasi come una specie da tutelare), nei fatti lo Stato non difende come dovrebbe le donne sotto ricatto, molestate, sottoposte a continue minacce, violenze fisiche e psicologiche dentro e fuori la famiglia, situazioni che sono spesso l’anticamera dei delitti. Le donne muoiono principalmente per mano dei loro mariti, ex-mariti, padri, fratelli, fidanzati o amanti, innamorati respinti. Insomma per mano di uomini conosciuti, membri della famiglia, “amici”, compagni “ fidati”, proprio quelli che dovrebbero far parte della cerchia della loro intimità e sicurezza”.

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