Vittoria ha “salutato” i coniugi Scaccianoce e il piccolo Joseph. Celebrato il rito funebre per la famiglia funestata dall’incidente stradale

Vittoria ha dato l’addio alla famiglia Scaccianoce. La città, le istituzioni si sono strette in un’abbraccio come dire «Siamo una famiglia felice», così recitava lo striscione che i compagnetti di scuola hanno esposto all’inizio del corteo funebre, erano i compagnetti di Joseph, 8 anni, di mamma Elisa e papà Salvatore. Una presenza impressionante di gente, se ne contano un migliaio. Dietro il corteo funebre i nonni, i fratelli e i parenti più stretti delle due famiglie che dovranno prendersi cura della piccola Désirée, ancora in ospedale, ancora ignara della tragedia che l’ha vista miracolata ma orfana dell’intera famiglia. Poi il sindaco Giuseppe Nicosia, il vice Filippo Cavallo, l’assessore Piero Gurreri, il presidente del Consiglio Salvatore Di Falco, il comandante della Polizia municipale Cosimo Costa e un corteo di gente con volti rigati di lacrime. E’ un giorno di lutto cittadino per Vittoria e le autorità sono in prima linea. Purtroppo non è il primo di questi lutti, perché le tragedie della strada non ti danno il tempo di dimenticare per si ripresentatno più strazianti di prima, ma si spera sempre che sia l’ultimo. Fra i presenti, anche genitori di altri giovani vittoriesi morti nelle stesse tragiche situazioni.

Il rito funebre è stato officiato dall’arciprete Vittorio Pirillo, a cui si è giunto, a fine celebrazione, anche il pastore evangelico Giovanni Di Francia che il giorno prima a Scoglitti aveva celebrato il funerale dell’altra giovane vittima, Valerio Di Pietro. Pianto a dirotto quando le maestre e una compagnetta di Joseph hanno ricordato il carattere del bambino. «Vivace, allegro, scherzoso- ha detto una piccola compagnetta- durante la lezione in classe mentre la maestra ci richiamava a stare attenti e a non distrarci. Amava la Ferrari e da grande gli sarebbe piaciuto guidarla». I sogni dei bimbi che fanno crescere in fretta, che qualche volta s’avverano e tant’altre restano nel cassetto! Il giorno del funerale nella sua parrocchia avrebbe dovuto recitare la parte del soldato.

Il sindaco Nicosia si è rivolto direttamente al cuore dei presenti. Con parole semplici ma ferme per dire di «un dolore che percepisce tutta la città. Mai parola di conforto potrà essere sufficiente per lenire il dolore di queste due famiglie che ora dovranno accudire alla piccola Désirèe rimasta orfana». E dopo aver toccato il cuore dei presenti, Nicosia ha puntato alla testa dei giovani. «Mi rivolgo a tutti i ragazzi che si mettono alla guida di un’auto. Il rispetto del codice della strada è fondamentale. Sarà pure odioso ma va accettato, perché ci permette di limitare i danni. In Italia ogni anno ci sono 5 mila morti per incidenti stradali. Chi si mette al volante pensi che deve rispettare la propria vita e quella degli altri».

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