Situazione finanziaria al Comune di Ispica. Il Movimento 5stelle: “Situazione gravissima”

Ispica è in profondo dissesto finanziario: il Comune non ha fondi per pagare i debiti. Questa è l’unica cosa chiara emersa dal Consiglio Comunale tenutosi martedì sera in seconda convocazione. Un rinvio che ormai è prassi nella nostra Città, quasi un rito religioso.
Purtroppo i protagonisti non vogliono esser ripresi, quindi immaginate. Il Movimento 5stelle entra nella vicenda politico-economica del Comune ispicece con oggetto del contendere l’adesione o meno alla procedura di riequilibrio finanziario prevista dal cosiddetto decreto “salva Enti” del governo Monti. “Dopo alcune critiche d’imparzialità dei nuovi Leontiniani al Presidente del Consiglio Oddo – dicono i grillini – Rustico ci porta nel vivo della tragedia srotolando subito il suo sermone. Apparentemente sereno, a tratti distaccato, quasi robotico, sicuro di sé, il sindaco sembra la perfetta sintesi tra Schettino, l’ultimo Berlusconi e Monti: è uno e trino, è il padre di famiglia.

Ispica è sepolta dai debiti, la situazione dei conti è nera, ma lui – da campione di retorica qual è – minimizza. Ci spiega che ha gestito l’ente con criterio, trasparenza, sobrietà. Ci rivela che gli sprechi a Ispica, con le sue giunte, non ci sono mai stati. Si erge a benefattore. Dice che non ha mai alzato le imposte. Peccato per lui che per confrontare le bollette degli anni passati con quelle odierne non sia necessaria una laurea. Il buco nel bilancio fa a gara con quello dell’ozono, ma il Sognatore prospetta che basterà alzare le tasse locali di un centinaio di euro a famiglia per salvare il Comune. Staccarsi dalla comoda poltrona di sindaco non rientra nell’ordine delle sue idee. Perché lui, dal suo punto di vista, non ha colpe. Se i conti non tornano è solo ed esclusivamente responsabilità di chi lo ha preceduto, nonché dei tagli ai trasferimenti agli enti locali. Sfiga, è la sfiga che lo frega. Un politico che dica “scusate, ma ho sbagliato, tolgo il disturbo”, ancora non esiste. Né tra i sindaci, né tra gli assessori, né tra i consiglieri comunali, né tanto meno tra i parrucconi della pubblica amministrazione, meglio noti come dirigenti.

A tratti la massima assemblea civica sembra un’omelia recitata a più voci. Destra, sinistra, centro, sotto, sopra: tutti a fare lezioni di etica, ad innalzarsi a depositari della verità, ad investirsi di tutta la responsabilità di questo mondo. Numeri? Per carità! Un solo consigliere ne cita qualcuno, quando ci informa, ad esempio, che il Comune è riuscito a recuperare appena il 7% su circa 6 milioni e mezzo previsti dalla lotta all’evasione, mentre le spese di rappresentanza del sindaco sono intorno ai 72mila euro. Per il resto, il solito teatrino: forse anche Pirandello si sarebbe complimentato con la regia e l’autore della sceneggiatura. Si assiste all’ennesimo festival dell’ipocrisia, del trasformismo, del paradosso, della schizofrenia. Mentre Rustico giace tra le braccia di Morfeo, gli ultimi scudieri rimasti in Consiglio difendono ciò che rimane della fortezza: le macerie. L’opposizione, per cinque ore, fa finta di essere l’opposizione.
Comunque nessuno ha “scheletri nell’armadio”, conta solo il “bene comune”. Il cuore di consiglieri e assessori batte forte per la Città, in particolar modo “per le fasce più deboli della popolazione” e soprattutto per “i dipendenti comunali e le loro famiglie, che vogliono serenità”.
I clientes che con orgoglio hanno mangiato a sbafo, ora fanno gli indignati della seconda ora per la situazione politica e amministrativa della città. Qualcuno lo si è visto cambiare sponda 2 volte negli ultimi 2 Consigli!
E poi ancora insulti e risse sfiorate, giusto per non farci mancare nulla e tenerci svegli.
I Leontiniani incalliti pontificano sulla lotta all’arrusti&mangia: loro, i signori dell’Asca, della carota e dello spreco più sfrenato. Ma proprio lui, l’improvvisato burattinaio, il mandante politico del disastro, non si fa vedere.
Fuori dall’ex santuario, alcuni spettatori si abbandonano al qualunquismo più becero: rimpiangono la politica dei vecchi tempi, quando portavi un voto e ti davano un lavoro nella pubblica amministrazione. E pazienza se le conseguenze dello scempio ora le paghiamo tutti, no?

Nel frattempo è l’una passata, quando il Consiglio Comunale deve decidere sul pre-dissesto. E che fa la presunta opposizione composta da Libertà&Buon Governo e Pd? Ci informa che ha solo scherzato e scappa via! Ma come? Prima lanciano fuoco e fiamme contro Rustico e poi se ne lavano le mani consentendo che il salva-fondoschiena del Sindaco venga approvato? Proprio così. Valli a capire, quelli del Pd e gli ex Pd. O forse sì, li capiamo: loro, nella loro prospettiva, vincono sempre. Magari un giorno ci spiegheranno perché. Per il momento, sappiamo chi ha perso, cioè la nostra Città.
Una Città che non conosce nemmeno l’entità della propria voragine finanziaria e che si appresta a pagare sperperi milionari, debiti immorali, fatti da persone come minimo incapaci. Perché questo – al netto del burocratese e dei suoi eufemismi – significa l’aver detto sì al “Piano di Riequilibrio Pluriennale”. Una mazzata per tutti noi ispicesi, in particolare commercianti, artigiani e famiglie disagiate. A noi il fondoschiena non lo salva nessuno. Con tanti saluti e baci a chi non ha o non avrà i soldi per pagare le tasse. Se non ve ne siete accorti, siamo già dentro la catastrofe: diminuisce – quando c’è – il reddito delle famiglie, mentre le imposte raggiungono cifre faraoniche e i servizi sono da terzo mondo.
Ma la vera tragedia è che – in mezzo a qualche rara persona di buon senso – ignavi, soloni, parassiti e signori feudali sono ancora dentro il palazzo, col loro carico di ipocrisia, malafede, esibizionismo, ignoranza e presunzione. Non si faranno da parte facilmente. Solo l’effettiva dichiarazione di dissesto poteva dare una forte scossa facendo loro crollare addosso quelle poche macerie rimaste. Alcuni, come sindaco e funzionari, avrebbero rischiato pure l’impossibilità di ricoprire un incarico pubblico per 10 anni e sanzioni fino a 20 volte il loro stipendio. Così, invece, potranno continuare l’opera di dilapidazione delle finanze pubbliche, sempre che il Ministero approvi il Piano di Riequilibrio. Chi è il problema non può rappresentare la soluzione. Allora non ci resta che una strada: spazzarli via tutti noi. Il Comune torni ai cittadini!
Prendiamo coscienza del fatto che la vecchia politica è ormai al tramonto, rimangono solo gli ultimi pallidi raggi che illudono ancora coloro che sono affezionati a leader e leaderini, oggi ridotti a zombie vaganti nelle tenebre.
Il MoVimento 5 Stelle Ispica invita tutti i cittadini a partecipare, a esprimere la propria opinione, a dare il proprio contributo attivo, “a non credete a chi ha sempre predicato l’assolutismo della politica, non abbiate paura. Sono loro che devono averla di Noi, e difatti ce l’hanno. La rivoluzione è appena iniziata”.

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