I cani killer che uccisero Giuseppe Brafa a Punta Pisciotto(Scicli). Udienza dedicata agli inquirenti

Inquirente fa l’excusus dell’indagine dopo che i cani randagi di Punta Pisciotto, a Sampieri, sbranarono e uccisero il piccolo Giuseppe Brafa. Pesanti le dichiarazioni del Luogotenente del Nas di Ragusa, Giuseppe Faraci, che ieri è stato sentito per oltre tre ore nel processo sui “cani killer” di Punta Pisciotto, quelli che sbranarono e uccisero il 15 marzo del 2009 il piccolo Giuseppe Brafa di appena nove anni. L’ufficiale dei carabinieri è stato molto lucido nella sua deposizione. Ha “gettato la croce” sulla polizia municipale e, soprattutto, su tre dipendenti dell’ufficio ecologia del Comune, che avrebbero celato una petizione con 50 firme del 2007, indirizzata al sindaco e all’Ufficio Veterinario dell’Asp nella quale era segnalata la presenza di una quarantina di cani aggressivi a Punta Pisciotto. “Qualche giorno dopo la tragedia – ha detto Faraci – la Procura di Modica ci incaricò di trovare i responsabili. Quando siamo andati all’Ufficio Ecologia, i tre dipendenti presenti non trovavano la petizione. Hanno cominciato a litigare. Poi uno di loro, Burletti, si è allontanato e io con discrezione l’ho seguito. E’ entrato in un altro ufficio, dove ha tirato fuori un faldone. A questo punto l’ho bloccato: in quel faldone c’era la petizione alla quale non avevano dato corso.Anche negli uffici della polizia municipale non si trovavano degli atti. Qualcuno degli agenti mi contattò per spiegarci che gli atti c’erano ma che la relazione era stata modificata”. E’ emerso che i vigili urbani in precedenza, avevano accertato che i cani facevano capo a Virgilio Giglio. “Il Comune aveva incaricato la società Dog Professional per la cattura – ha spiegato l’inquirente – ma abbiamo saputo che, successivamente, il capo dell’ufficio tecnico comunale aveva bloccato il servizio per mancanza di fondi. A casa Giglio trovammo circa 600 chili di ossa di animali(cani, buoi, suini), e altrettanti erano sparsi in un ampio raggio del territorio, c’erano materassi addentati dai cani, scarti di macellazione, batterie, gomme, circa 300 cartoni per contenere carni avicole, una situazione da terzo mondo”. Imputati Giglio, l’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, Saverio Agosta, Antonino Avola, Roberto Turlà, i veterinari dell’Asp, Salvatore Calvo e Giuseppe Pisana, dipendenti comunali. Prossima udienza al 13 marzo.

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