IL POPOLO DI CENTROSINISTRA NON HA INTESO SCOMMETTERE SUL CAMBIAMENTO. La riflessione di Ballarò

Da diversi anni, non passa giorno che gran parte di noi non spenda qualche parola improntata alla necessità di cambiamento degli apparati dei partiti nei quali qualche componente vi staziona da alcuni decenni. Il pd, con il ballottaggio svoltosi domenica tra Bersani e Renzi sostiene d’aver celebrato una festa della democrazia ma forse in realtà, ancora una volta, si è appalesata la triste evidenza che si vuole mostrare disponibilità al rinnovamento mentre in realtà non si vuole cambiare proprio nulla. Il partito democratico con i suoi dinosauri ha dato parvenza di disponibilità a dar voce agli elettori di centrosinistra per stabilire chi dovesse essere il candidato premier alle prossime politiche, mettendo in campo però tutti gli stratagemmi per evitare che si potessero concretizzare reali sconvolgimenti dello statu quo.
A chi ha fatto osservare che certe regole avessero poco di effettivamente democratico, il Presidente della commissione dei garanti Luigi Berlinguer, uno che da mezzo secolo vive nelle stanze del partito,ha risposto che le regole non possono essere cambiate in corsa.Ha ragione, si sarebbero dovute prevedere prima che i giochi iniziassero, regole meno restrittive per i competitori del Segretario Bersani.
Mentre però pure indignandomi non posso che comprendere le ragioni ovvie che hanno indotto tutto l’apparato di questo partito, non riesco invece a capire il comportamento di milioni di persone che a parole aspirano ad un cambiamento della politica, nei fatti, quando viene data loro la possibilità di cambiare le cose, non si scomodano nemmeno per andare ad apporre una croce su una scheda, a qualche metro dalla loro casa.
Questo è un limite antico che caratterizza molti di noi; vogliamo che le cose che non condividiamo cambino, ma è meglio se a realizzare tale cambiamento siano gli altri.
Quei circa tre milioni di persone che si sono recati a votare per le primarie, rappresentano il 6% del corpo elettorale. Diversi sondaggi attribuiscono al pd & company un consenso attorno al 35%.Questo vuol dire che quasi il 30% dell’elettorato di centrosinistra non ha mosso né un passo né un dito per cambiare il vecchio col nuovo. Duole anche rilevare che esponenti di certa sinistra, che non perdono mai un’occasione per criticare le scelte del partito democratico, di fronte alla possibilità di mettere alla prova nuove teste, si coalizzano con chi hanno sempre criticato.Stupisce ? No, degli attuali politici, non stupisce più nulla, addolora semmai dover prendere atto che non siamo capaci di tradurre in fatti le tante parole con cui esprimiamo la nostra indignazione.

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