La Cna di Vittoria solidale con chi protesta contro la crisi dell’intero sistema economico della fascia trasformata Il monito di Santocono e Stracquadanio: “I numeri del disastro rischiano di diventare oro per la criminalità organizzata”

“La crisi in cui versano le imprese ortofrutticole del nostro territorio non riguarda in modo specifico la serricultura ma l’intero sistema economico della fascia trasformata. Le aziende che producono imballaggi, l’autotrasporto, l’impiantistica specializzata e tutto il terziario vivono, e non da ora, nell’economia dell’incertezza più profonda”. Lo dicono il presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, che manifestano la propria vicinanza “a chi ha manifestato e sta manifestando per non essere travolto dai debiti, dalla pressione fiscale e dalla mancanza di accesso al credito. La loro lotta è anche la nostra”. “Pochi giorni fa – aggiungono Santocono e Stracquadanio – l’Inps regionale ha presentato il bilancio sociale 2011. Il nostro territorio, che per anni è stato l’espressione più significativa del capitalismo molecolare (migliaia di piccole imprese agricole, artigianali e commerciali effervescenti), ora vive quasi esclusivamente di assistenza e di ammortizzatori sociali. Cassa integrazione e indennità di disoccupazione sono cresciute esponenzialmente (cosa succederà quando il fondo per il sostegno sociale verrà consumato?), così come sono aumentati i pensionati. Ma gli importi di queste prestazioni non sono sufficienti a soddisfare le esigenze delle famiglie (la media delle pensioni è di 700 euro mensili a fronte delle 870 euro del resto d’Italia). Questi dati ci dicono con estrema chiarezza come ogni forma di lavoro legale sia diventato un miraggio e si stiano invece affermando, con forza, forme di lavoro irregolare con tutte le sue sfaccettature”. Da qui il monito che arriva dalla Cna di Vittoria. “Questi numeri – sottolineano Santocono e Stracquadanio – sono oro per la criminalità organizzata ed in particolare per l’economia criminale. Lo ripetiamo da tempo e non ci stancheremo di ripeterlo: noi abbiamo il compito di sollecitare e proporre soluzioni ma la classe politica di questo territorio deve mettersi in moto, non può continuare a nascondersi, non può rimanere muta. Il loro silenzio indica una malinconica indifferenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell’assistenza e rimettere in moto la dinamicità che ci ha distinti”.

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