Dalla Casa don Puglisi di Modica l’invito a impegni costanti di accompagnamento a chi fa più fatica

A Natale pensarsi accoglienti, per diventarlo tutto l’anno! Negli ultimi mesi alla Casa don Puglisi di Modica riscopriamo quanto sia importante, per chi ha vissuto e vive momenti di grave sofferenza o di abbandono, ritrovare una Casa. La Casa è sinonimo di affetto, di protezione, del necessario per vivere, del confronto educativo per far crescere i figli, dell’attenzione ai più deboli. Una Casa cercavano e cercano ancora oggi Giuseppe e Maria per il Bambino. Avere a Modica da ventidue anni una Casa di accoglienza in cui si vivono intense relazioni di cura non basta. Famiglie di appoggio sono necessarie per chi cerca di ripredere dignità e autonomia, per i bambini che non hanno la fortuna di una famiglia completa, per i genitori che non sanno gestire le proprie risorse, per chi ha carichi enormi da portare, per chi vive la solitudine. Peraltro sono ventisei le persone accolte, tra mamme, bambini, donne sole, adolescenti. Ogni nucleo, oltre ad essere accolto, ha bisogno poi di essere accompagnato per un percorso specifico. A Natale allora l’invito diventa quello di pensarsi come case accoglienti che, aprendosi a chi ha bisogno, recuperano respiri ampi. E di essere famiglie che, convergendo per il bene comune a partire dagli ultimi, ridanno un volto accogliente anche alla città e l’aiutano ad affrontare questo tempo di crisi con maggiore verità e conversione. L’invito diventa: pensarsi così a Natale, per diventarlo nel corso di tutto l’anno! L’accoglienza vera e la disponibilità vera al servizio, infatti, non si improvvisano e non si esaurisono in un momento. Occorre maturare una decisione di vera solidarietà, mettendo in conto la fedeltà, la tenerezza, l’adattarsi al bisogno concreto e reale che onorano la verità delle relazioni e la dignità dell’altro. L’augurio per questo Natale è quindi quello di essere capaci di una solidarietà, non limitata all’immediatezza del momento o alla commozione sentimentale del Natale, ma tradotta in decisioni consapevoli e impegni costanti. Con la disponibilità a rimettere in discussione i propri schemi e progetti, come fecero Maria e Giuseppe, per un amore coraggioso e generoso. La Casa don Puglisi, come tante altre realtà – pensiamo in particolare da parte nostra a Crisci ranni e ai Piccoli fratelli – “ci siamo” e chiediamo, a chi vuole scommettesi con serietà e attenzione, di dare una propria disponibilità per un progetto ampio di solidarietà che promuova, liberi, non lasci soli i più deboli. Ai giovani in particolare rinnoviamo l’invito di Giorgio La Pira a venire nelle “officine del bene”, a sbracciarsi e mettersi in gioco, perché questo – in tempi difficili – tempra e genera felicità duratura e gioia vera.

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