AGENDA MONTI ED ELETTORATO: LA FORBICE

“L’Osservatore romano sancisce in un articolo l’appoggio del Vaticano a Mario Monti, affermando che il suo “salire in politica”, è “un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune”.
Molte le critiche della gente, sia per l’ingerenza di uno stato estero negli affari interni di quello italiano, sia da chi ha letto integralmente l’Agenda Monti, nei suoi aspetti più specifici, nei suo settori (poco spazio alla cultura, un po’ di spazio alla formazione, alla scuola, alla ricerca, sempre come contorni della società), sia dalla gente comune, elettori, oberati da tasse, che,ogni giorno pagano in prima persona. L’Agenda ha nobili fini, una politica alta, una vera politica per il Paese, ma fare politica significa, anche ,parlare con la gente, con i suoi bisogni, sempre per il bene comune, con la società civile. Basta guardare i commenti ai vari articoli di politica, che ci si rende conto di quanto la gente abbia bisogno di partecipazione, di democrazia, di coinvolgimento, e la gente è confusa, anche rispetto ai partiti tradizionali, che appoggiano, che sembra essere ,ancora una volta, una medicina necessaria, ma non condivisa. La gente è confusa, e dagli alti scranni si è molto lontani da essa, che, ovviamente, determinerà con il voto, le sorti del Paese. E’ un’agenda vera, condivisibile in parte, ma ci si chiede come il Centro, per cui l’uomo,la persona sono prioritari, possa accettare, all’improvviso, la fredda economia come centrale per la Nazione. L’aristocrazia della politica sembra imperare,, riservata solo a chi capisce di economia, come a dire che gli altri, quelli che mal digeriscono “spread”, e così via, siano esclusi automaticamente. Ci sono due modi di considerare la politica: una aristocratica, e una popolare? Non sappiamo, ma quel che sembra emergere, che sarà di difficile approccio con la società civile, che ,pur rendendosi conto della crisi in cui versiamo, non consente molti voli pindarici.

Fare politica, ci si insegna, è parlare con la gente, mescolarsi con essa, e le posizioni troppo alte provocano scollamento tra base e vertici: è una delle cause della non partecipazione nei partiti, che provocano l’allontanamento dalla politica stessa. E come vogliamo far innamorare se le utopie vengono raggelate da formule economiche? Come l’Europa dei Popoli, tanta auspicata da De Gasperi, Schumann, Adenaur, e dagli altri europeisti, colloquierà con quella della finanza? Certamente, Berlusconi non sarà l’alternativa, viste le avventurose dichiarazioni, la non credibilità che ha , almeno, tra i più accorti, che non hanno dimenticato ciò che ha causato all’Italia. Può solo accogliere chi crede che toglierà l’Imu, salvo a pagarla doppia l’anno prossimo, e ad uscire dall’euro, pensando che ,in questo modo, ritornerà il benessere.

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