Lettera aperta dei Clubs Lions iblei ai deputati regionali della Provincia di Ragusa.

I Clubs Lions di Ragusa Host, Vittoria, Modica, Scicli Plaga Iblea, Comiso Terra Iblea, Ragusa Monti Iblei e Ragusa Valli Barocche New Century, dopo varie incontri, hanno ritenuto opportuno scrivere una lettera aperta ai neo-deputati regionali della Provincia di Ragusa di cui si attende, si spera, una risposta chiara e puntuale. “Signori Deputati regionali neo-eletti, avete ricevuto dai Siciliani l’onore di rappresentarli. Ci auguriamo che questo onore, e i privilegi che ne derivano, siano preziosi strumenti per l’adempimento degli oneri che costituiscono l’oggetto dell’eminente servizio che Vi è stato chiesto di svolgere e che Vi siete impegnati a portare a compimento.Non possiamo certo dimenticare, noi lions, che il nostro impegno civile è fondato su salde radici umanistiche (e per molti anche cristiane) e che ciò implica una tensione ideale verso la giustizia sociale, di forza tale da coinvolgere quelli che responsabilmente si pongono al servizio della comunità e devono, nella ricerca e nel perseguimento del bene comune, apprezzarne ed esaltarne i valori condivisi. E’ nostro dovere, dunque, rammentare a chi percorre assieme a noi le strade della vita, a chi ci rappresenta nella sfera pubblica e a chiunque con fiducia ci ascolta, che le azioni degli uomini, tutte le azioni, non sono mai eticamente indifferenti; in modo particolare non lo sono quelle che riguardano la cosa pubblica. L’azione politica, d’altronde, per l’importanza fondamentale che riveste per la “Città” e per i “Cittadini”, ha un forte connotato etico, perché incide profondamente nel quotidiano e nel futuro delle persone.Tutto ciò è maggiormente vero ora, in questo momento storico che vede i cittadini talmente disillusi ed irritati da esprimere, in misura inusitata, sfiducia nelle istituzioni, astenendosi dal voto oppure dando la preferenza a movimenti che hanno intercettato, in modo generico, almeno per ora, la protesta e il desiderio di cambiamento.Per quanto banali possano apparire queste osservazioni, è bene riflettere su esse in ogni occasione in cui ci si trova a dover affrontare scelte politiche, soprattutto se esse comportino maneggio non ponderato ed eticamente discutibile, talvolta persino riprovevole, di danaro pubblico.Banale, comunque, non è certamente il giudizio espresso dal grande Papa del Cattolicesimo, Paolo VI, sulla Politica : essa è “la più alta forma di carità”. E’ una vetta che ai più dà le vertigini ed appare irraggiungibile e che dovrebbe rendere timorosi – di quel timore che non è paura, ma presa di coscienza di un compito non facile – soprattutto i politici che si dicono cristiani e che purtroppo, nell’attività politica o in quella amministrativa, cedono talvolta ai compromessi con leggerezza.A noi non è consentito tacere sulle condotte che si pongono in antitesi rispetto a questo modo di intendere la gestione della cosa pubblica. E neppure sulle decisioni politiche che, pur legalmente corrette, sono invise ai cittadini perché contrastano con principi di giustizia sociale e sono fonte di ingiustificabili privilegi, di sperpero irragionevole di danaro pubblico e, spesso, di illeciti arricchimenti personali.Perché mai, ad esempio, si dovrebbe tollerare l’assegnazione ai gruppi parlamentari o consiliari di eccessive sovvenzioni, la cui funzione appare, agli occhi di tutti i cittadini ormai, quella di coltivare in modo incongruo quei privilegi e, come minimo, di perpetuare il consenso, usando in modo superficiale – e in definitiva illecito – danaro pubblico?Qual è, per sollevare un’altra questione, la ragione per cui i cospicui rimborsi di spese ai deputati vengono dati ”a pioggia”, senza alcun controllo efficace che discrimini e disconosca le spese non strumentali alla funzione pubblica esercitata?Perché, con riguardo alle nomine e agli incarichi nel campo della sanità, dell’edilizia pubblica, delle consulenze, ecc., l’ultima parola deve essere quella del potente politico del territorio in cui è stato eletto o in cui si trova ben assiso al vertice di un’amministrazione? Non si abituano così i cittadini a considerare ineluttabile un sistema eticamente debole, che rende possibili gli abusi, crea clientele e fa sorgere il sospetto di illeciti coinvolgimenti economici?Siamo molto turbati per la condotta di politici che, pur militando in associazioni e gruppi cattolici o in organizzazioni aventi scopi umanitari, non esitano ad accettare doni di vario genere da persone amiche con le quali hanno rapporti politici di carattere economico.La disistima sociale verso costoro è destinata ad aumentare se questi comportamenti vengono posti a confronto con il disagio economico che affligge molti italiani e, in particolare, i siciliani, che, per una quota di quasi il 30 %, vivono sotto la soglia di povertà. Come può conciliarsi questo stridente contrasto con l’attenzione speciale che si dovrebbe avere per chi vive nell’indigenza ? Di esempi di scarsa sensibilità morale se ne potrebbero fare molti altri. Proprio per questo oggi i cittadini – come afferma un illustre rappresentante dell’associazionismo siciliano – assieme alle “domande di legalità” propongono, con maggior forza, “domande di eticità”. Siamo proprio agli antipodi, non diciamo della vicinanza, ma del semplice sospetto di indifferenza ad interessi mafiosi !Non pretendiamo di suggerire a Voi, Signori Deputati, linee di condotta pratiche o di indicare soluzioni concrete per singoli problemi o di elencare specifiche attività da svolgere nell’ambito delle vostre competenze. Spetta a Voi stabilire i vostri programmi nella cornice di uno sforzo che superi finalmente le logiche di partito e – pare superfluo dirlo – quelle personali, e che affronti e risolva ogni conflitto fra il bene comune e l’interesse individuale, scegliendo in ogni caso il primo. Non è un compito difficile se siete, come siamo certi, stimolati dall’amore per la giustizia, dall’intima esigenza di agire con rigore etico e dallo spirito di servizio che anima l’esercizio di poteri e funzioni delle persone dotate di grande umanità

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