RAGUSA, SERVIZI SOCIALI E UNIVERSITA’, SONIA MIGLIORE: “LE SCELTE FATTE AL COMUNE E ALLA PROVINCIA NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON L’ORDINARIA AMMINISTRAZIONE CUI DOVREBBE ATTENERSI CHI NON E’ STATO SCELTO DAI CITTADINI”

“Quale Stato, o città, che si ritenga “civile”, può lasciare in strada i propri cittadini più bisognosi, senza sostegno ed in attesa di una spiegazione? E’ ovvio che il momento è triste e le condizioni economiche degli enti locali soffrono dei tagli a cascata, ma questo non giustifica che una semplice e assurda equazione matematica quale quella del patto di stabilità si possa effettuare sulla pelle degli indigenti e dei lavoratori”. E’ quanto afferma Sonia Migliore, dirigente Udc e già assessore del Comune di Ragusa, con riferimento alla protesta dei sussidiati che da alcuni giorni manifestano dinanzi a palazzo dell’Aquila. “Tutto ciò – continua Migliore – è quello che sta avvenendo al Comune di Ragusa ma anche alla Provincia, dove si è deciso di operare in maniera “chirurgica” e senza proiezione di politiche sociali ed economiche future, effettuando scelte che non hanno nulla a che vedere con i tratti somatici della politica del nostro territorio che ha sempre inteso assicurare la sfera, per esempio, dei servizi sociali. Stiamo vivendo un momento di degrado socio-economico territoriale così repentino e non giustificato, incomprensibile, che bisogna assolutamente stoppare “ricercando”, magari, un modo più “coinvolto”, soluzioni che non sovvertano lo stato sociale di Ragusa: abbattere del cinquanta per cento i sussidi comunali vuol dire, per altro, minare un campo che aprirebbe le porte al mondo della micro-criminalità cui spingeremmo chi si sente abbandonato dalla propria città”. “Non mettere le luminarie – prosegue Sonia Migliore – non è la stessa cosa di tagliare l’assistenza sociale, perché non ha le stesse conseguenze e deve avere reazioni politiche diverse. E’ chiara ed evidente tutta la mia solidarietà agli indigenti che da giorni vivono condizioni umanamente impossibili ma forte è l’appello al commissario del Comune affinché ponga fine a questa situazione e cerchi soluzioni più adeguate che ridiano serenità e dignità a questi nostri concittadini. Soprattutto in un momento storicamente drammatico in cui aumentano le fasce di povertà. Così come l’appello forte, a Comune e Provincia, va nella direzione della convenzione con l’Università che bisogna firmare immediatamente, non continuando a vanificarne gli effetti con ulteriori proposte o con ulteriori “inerzie” in quanto sebbene negli intenti si proclami la volontà di salvare l’Università, nei fatti però se ne sta decretando la morte, finendo per logorare tutto quello che abbiamo fatto sino ad ora con l’Ateneo catanese e tutti gli sforzi che abbiamo effettuato per mantenerla in vita. Ci sono cose importanti che questo territorio ha voluto politicamente mantenere in vita nei decenni, quali i servizi sociali e l’Università e nessuno, adesso, si può “permettere” di sovvertirne le sorti, soprattutto se la propria azione amministrativa non è stata democraticamente e consapevolmente scelta dai cittadini con il consenso del loro voto. Ragusa, che allo stato attuale appare una “città senz’anima”, non può rischiare di pagare prezzi “irreparabilmente elevati” solo perché si è ritrovata all’improvviso senza interlocutori legittimati che si prendano cura delle proprie sorti: attuare l’ordinaria amministrazione non vuol dire fare scelte politiche ed è necessario cambiare il passo perché così facendo i prossimi mesi sarebbero un disastro per la città”.

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