CREDEVO FOSSE STRESS, QUEL PESO SUL PETTO. E INVECE….La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

Giorni fa , ho ricevuto una e-mail da una mia vecchia “conoscenza” di gioventù, che non sentivo da qualche anno, e approfittando degli auguri per le festività, mi aggiornava su una terribile esperienza che aveva vissuto qualche mese addietro, e che le aveva lasciato un segno indelebile per il resto della sua vita. Ritenendo tale storia interessante e che quindi potesse servire a descrivere con estrema chiarezza una delle cause di morte, a cui, purtroppo, ognuno di noi può andare incontro, mi fa piacere riportarla cosi come mi è arrivata, magari con l’aggiunta di qualche mia considerazione, tralasciando ovviamente le battute personali tra me e lei.
“ Un lunedì mattina,di quattro anni fa, come tanti, di corsa al lavoro, dove arrivo in tempo, nonostante il tempaccio, perché ho una montagna di cose da fare. La testa non si ferma, ho mille preoccupazioni, mia madre, anziana, non sta bene, e anch’io la notte precedente non ho riposato per nulla. Il fine settimana era stato tranquillo, una partita a tennis, poi in ospedale dalla mamma. Eppure nel letto un dolore molto forte al braccio sinistro (possibile un movimento fatto male giocando? mi chiedevo) e un forte senso di oppressione al torace, come se un gigante si fosse seduto sul mio petto. Devo mangiare più leggero, la sera, e stressarmi di meno…mi ripetevo. Era un momento difficile, e dovevo affrontare tutto da sola, dopo la separazione da mio marito. Era stata dura, ma in fondo ero fiera di me e di come ero riuscita a tenere le redini della mia vita. In più, in estate sarei finalmente diventata nonna! Questo bastava a diradare le nubi.
E pensare che dovevo anche averlo letto da qualche parte: il lunedì si muore di più di infarto. ( Non è che l’aveva letto in uno dei miei articoli su RTM ?).Eppure il pensiero di stare correndo un pericolo così serio neppure mi aveva sfiorato. Battevo sui tasti del computer in fretta, quando mi pare d’avere un coltello nel petto. Mi dicono che sono caduta. Qualcuno mi offre un bicchiere d’acqua. “Stanchezza”, “stress” sento dire nella concitazione.
Mi chiedo, se fossi stata un uomo, magari un po’ in sovrappeso, chissà, ci avrebbero pensato prima… Invece nessuno poteva credere che io, la “ginnica” M…, avessi un cuore che fa cilecca. Alla fine, ecco, dritta al pronto soccorso. Lì è bastato un elettrocardiogramma, seguito poi da una coronarografia, per riconoscere la bestia infida che mi stava aggredendo: un’ischemia coronarica.
Uno dei vasi che dovevano garantire un apporto di sangue e ossigeno sufficiente al mio cuore si era ristretto, tanto da provocare un infarto. Sono una che si informa, so che ci si mantiene sani volendosi bene, so che soprattutto passati i 50 non si deve dare nulla per scontato. Appunto. Io, proprio io, in palestra da 30 anni, niente sigarette, sempre in linea, io con un infarto? Non ci potevo credere. Per quel poco che riuscivo a pensare, in quei tre giorni di terapia intensiva, di monitor e di medici pensosi e preoccupati, mi sentivo tradita. Ero già stata malata, ma sempre cose da poco conto, nulla di particolare importanza. Ma quello scherzo a tradimento del cuore, davvero mi faceva paura.
Ne sono uscita piano piano, per fortuna per la mia terapia sono bastati i farmaci. Prendo tutti i giorni i farmaci per la pressione. Faccio i controlli regolarmente. La mia medicina quotidiana, però, sono le pesti dei miei nipoti,(nel frattempo ne è arrivato un altro), vado a prenderli a scuola, andiamo al parco, giochiamo e parliamo. Vado tre volte a settimana in palestra, niente di pesante, molto allungamento, il sabato e la domenica cerco di stare all’aperto. Insomma, sul divano a vedere la tv ci sto ben poco. Non mangio carne, ma tanta frutta e verdura, adoro lo yogurt. Basterà? Non posso saperlo, però so che così vivo bene.”
Ed eccoci alla conclusione, cari lettori, è importante parlare anche del cuore delle donne , perché troppo spesso ci si dimentica che il rischio non riguarda solo gli uomini, infatti nel mondo la metà delle donne muore per infarto, ictus, embolia o trombosi. Abbiate cura di voi, care donne.

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