Gli allevatori ragusani si appellano all’assessore Cartabellotta: “Fissare un prezzo regionale del latte”

Le spese di gestione sono aumentate del 60 per cento e il prezzo del latte è rimasto ancorato a 37 centesimi al litro. Nella provincia più agricola della Sicilia si produce sottocosto e il futuro del comparto zootecnico appare segnato. Nessun segnale di ripresa, neppure un timido incontro tra gli industriali del latte e le cooperative. «Siamo stati abbandonati da tutti – dice Gino Licitra, uno degli allevatori – per una vicenda grave e assurda. I costi di gestione delle nostre aziende hanno stravolto la programmazione economica. Viviamo in una condizione di grande difficoltà, con mezzi agricoli pignorati, aziende che non hanno più l’energia elettrica perché è stata tagliata, e nessuno si accorge di tutto ciò». Rabbia e rassegnazione tra gli allevatori che non vogliono sentire parlare di ripresa economica. «Perché non ci crede più nessuno alla favole – aggiunge Franco Occhipinti – fino a quando non avremo risposte dal governo regionale e dal prossimo governo nazionale. Non c’è più tempo da perdere perchè molte aziende agricole hanno già chiuso». «Se andiamo avanti così – dice Salvatore Battaglia, segretario di zona della Coldiretti ragusana – rischiamo la desertificazione della zootecnia con perdite sia economiche che di posti di lavoro. È indispensabile, da subito, un incontro con l’assessore regionale Dario Cartabellotta per addivenire ad un confronto con gli industriali del latte. Siglare da subito il prezzo regionale del latte: questo l’obiettivo da raggiungere. Con il contratto siglato si potranno rivedere anche le modalità di pagamento che, per molte aziende, rappresentano ancora oggi un grosso handicap». «Le imprese – spiega il presidente provinciale della Coldiretti, Gianfranco Cunsolo – stanno facendo i salti mortali per riuscire a restare in piedi, ma la rabbia aumenta quando si vede che, a fronte di una quotazione del prodotto alla stalla ormai molto sotto gli oneri da sopportare, per i consumatori i prezzi degli alimentari al dettaglio non si sono affatto abbassati. Si stanno mettendo in ginocchio famiglie e settore produttivo. Non si può andare avanti così».

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