LA TEMPESTA CHE ARRIVERA’ DOPO LA QUIETE. La riflessione di Ballarò

giombattista ballarò Solitamente, dopo la tempesta arriva la quiete. In politica sta avvenendo il contrario, c’è una quiete che preannuncia la tempesta. Le fibrillazioni preelettorali e la massiccia presenza di tutti i candidati premier sulle tv nazionali danno già l’esatta contezza di chi ci troveremo ancora a governarci. Chiunque vincesse le prossime politiche, sappiamo già che si tratterà comunque di mestieranti della politica travestiti da missionari del bene comune. Se vincesse Bersani, al di là della sceneggiata delle parlamentarie (autentica corsa ad ostacoli per i suoi competitori)sappiamo già che non gli si può riconoscere né il trofeo per il rinnovamento in politica, né una posizione contro i privilegi della casta ed il ridimensionamento dei suoi costi, né un’azione di opposizione degna di tale nome. Nell’ipotesi remota d’una vittoria di Berlusconi, potremmo gioire solo del fatto di sentire qualche nuova barzelletta, ma nulla che possa farci sperare in politiche di risanamento di questo martoriato Paese, le cui responsabilità ovviamente sono degli altri e d’una Costituzione che non consente decisioni al capo del Governo e d’una magistratura comunista e accanita contro di lui per screditarlo politicamente. Già, pericolosi comunisti, dimentico del fatto che appena può corre dal suo fraterno amico Putin a fare qualche giorno di vacanza, perché politico liberale per antonomasia. Se vincesse Monti, possiamo sperare in una revisione dell’imu, quell’odiosa tassa che, pistola alla tempia, lo hanno costretto a varare qualche mese fa.E poi, ha un seguito di giovani invidiabili; Casini è presente solo da 38 anni, Fini giù di lì. Perché non provare questi nuovi volti ? Che vergogna! Se gli italiani avessero un minimo d’amor proprio, dovrebbero andare al seggio solo per notificare la loro indisponibilità a votare questo fior fiore di candidati, ma purtroppo saremo in pochi a farlo e dunque aspetteremo la tempesta che si profila all’orizzonte.

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