Per i geologi le trivellazioni sono pericolose per la Valle sull’Irminio

valle-IrminioA rischio le sorgenti nella Valle dell’Irminio: questa la sintesi delle osservazioni del Settore Geologia della Provincia regionale di Ragusa alla richiesta di trivellazioni di petrolio da parte della Soc.Irminio srl a poche centinaia di metri dal fiume. Per il settore geologia della provincia di Ragusa ci possono essere impatti relativi alla sfera idrogeologica ed idrologica potenzialmente assai gravi. Ma il settore geologia della Provincia di Ragusa critica tutto lo studio di impatto ambientale presentato dalla soc. Irminio srl. “Purtroppo, stranamente, la relazione del Settore Geologia della Provincia di Ragusa è giunta in regione in ritardo –spiegano i vertici di Legambiente Il Carrubo Ragusa – e quindi non è stata valutata. Ma anche la regione, pur sapendo dell’arrivo della relazione della provincia ha chiuso l’istruttoria con eccessiva fretta con la conseguenza di concludere positivamente la valutazione di impatto ambientale pur trovandosi davanti ad un caso molto ma molto delicato. Infatti dall’indagine eseguita dal prof. Coltro per conto dell’Acquater si rileva che nell’area di fondovalle del fiume Irminio c’è un acquifero superficiale estremamente vulnerabile, all’interno del quale rientrano tutte le sorgenti e buona parte dei pozzi. Che il rischio di inquinamento sia molto elevato lo dimostra anche l’inquinamento della sorgente Paradiso e del pantano Cannitello, relazionabile con problemi riscontrati un anno fa durante la trivellazione del pozzo Tresauro 2. Davanti a tanta evidenza – prosegue la nota- la società Irminio nega che ci sia mai stato nel bacino minerario di Ragusa alcun incidente in pozzi perforati nelle successioni carbonatiche e che nel bacino petrolifero di Ragusa sono assolutamente da escludere fenomeni di perdita di circolazione di fanghi. Inoltre è costretta ad ammettere che l’impatto che si potrebbe verificare sulla sorgente Mussillo è senza dubbio la più probabile, ma minimizza (ovviamente) l’evento perché trattandosi di acque irrigue ne deriverebbe un impatto modesto. Come se gli eventuali inquinanti presenti nell’acqua irrigua non risalissero la catena alimentare. Come ulteriore beffa per l’agricoltura le trivellazioni si vogliono effettuare all’interno di un campo di mais destinato a produrre alimenti per le diverse aziende zootecniche da latte presenti nella zona”. I dubbi di Legambiente sui rischi per le falde, nonostante le rassicurazioni della ditta, risultano avere dunque dei riscontri concreti, ed ulteriori perplessità si aggiungono a quelle destate dall’autorizzazione di massima alle ricerche petrolifere rilasciata dalla Soprintendenza, in contrasto col Piano Paesaggistico.

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