Donna scomparsa a Ragusa dal 2005. Rinviato a giudizio il genero

enrico trantinoCon l’accusa di omicidio e sequestro di persona nei confronti della ragusana Maria Di Martino, della quale non si hanno notizie dal 22 febbraio del 2005, è stato rinviato a giudizio Giuseppe Maurici, 49 anni, nativo di Santo Cono (Catania) marito di una delle figlie della donna. La decisione, su richiesta del pool degli avvocati difensori della famiglia e della Procura della Repubblica di Ragusa,è scaturita al termine dell’udienza del Gup Claudio Maggioni che si è tenuta ieri mattina presso il palazzo di giustizia di via Natalelli. Maurici, difeso dall’avvocato Giovanni Ioppolo, dovrà comparire davanti alla Corte d’Assise di Siracusa il 6 giugno del 2013. La famiglia è assistita dai legali Enzo Trantino, Enrico Trantino e Fabrizio Cavallo. Maria Di Martino, 79 anni, con gravi problemi di deambulazione, viveva con il marito in via Belle, all’angolo con via Filippo Turati, nel centro storico del capoluogo ibleo. La figlia Rosalia, come ogni mattina, era andata a trovare la madre e non aveva notato nulla di strano. Niente, insomma, che potesse fare presagire qualcosa. Insieme a Giuseppe Maurici era indagato anche il fratello Massimiliano, 34 anni nativo di Caltagirone, che era accusato di distruzione e occultamento di cadavere. In questo caso, essendo passati 7 anni dal presunto reato, il Gup ne ha dichiarato la prescrizione. Massimiliano Maurici era difeso dall’avvocato Giovanni Ioppolo e dall’avvocato Marta Bellissima.
Stessa cosa per l’accusa di appropriazione indebita della quale era accusato Giuseppe Maurici, che era accusato di avere sottratto 46mila euro alla donna proprio il giorno prima della sua scomparsa.
Giuseppe Maurici, dunque, dovrà rispondere “soltanto” dei reati di omicidio, con l’aggravante della premeditazione, e sequestro di persona.
L’avvocato Enzo Trantino ha esposto al giudice quelli che, secondo la difesa della famiglia, sono i gravi indizi di colpevolezza che ricadono sull’imputato e, rappresentando questi indizi insieme al pubblico ministero, ha chiesto ed ottenuto richiesto il rinvio a giudizio. Sono state ammesse le costituzioni di parte civile del marito della donna e della figlia Rosalia.

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