Stop alla concorrenza sleale e alla “guerra tra poveri”. Nonostante la liberalizzazione, a Comiso i panificatori decidono di chiudere i battenti la domenica e i festivi Digiacomo: “E’ autoregolamentazione per salvare il salvabile”

Salvatore_Di_Giacomo_presidente_Ascom_ComisoI panificatori di Comiso decidono di unirsi per evitare il fallimento delle loro imprese. In che modo? Attraverso l’adozione di regole interne al comparto per evitare di dare vita ad una “guerra” senza quartiere e senza senso. E’ questo l’obiettivo con cui, nei giorni scorsi, il presidente della sezione Ascom di Comiso, Salvatore Digiacomo, ha riunito i panificatori della cittadina casmenea dopo avere raccolto le numerose lamentele sollevate dagli operatori del settore che hanno verificato come si sia ridotta in maniera vertiginosa la vendita del pane nelle giornate del sabato a causa della panificazione e vendita indiscriminata nelle giornate domenicali e festive. “Diciamo subito, a scanso di equivoci – chiarisce Digiacomo – che con le liberalizzazioni è possibile muoversi come meglio si ritiene. Però è chiaro che le piccole imprese, anche per i costi a cui vanno soggette, non ce la fanno a sopportare questo nuovo regime. Per cui si vedono costrette a sottostare alle indicazioni provenienti da aziende più grandi che, magari, nei loro punti vendita hanno dolci, gastronomia in genere oltre al pane caldo di giornata. Ecco perché nella riunione che abbiamo tenuto, alla presenza del novanta per cento degli operatori del settore della nostra città, si è concordato, in via sperimentale, di attuare comunque la chiusura domenicale e quindi evitare la panificazione nelle giornate festive così da scongiurare qualsiasi fenomeno di concorrenza sleale che dà più la sensazione di una guerra tra poveri che altro. Non avrebbe senso impoverire ulteriormente le imprese già alle prese con una tassazione esasperante. Noi auspichiamo che questa fase di sperimentazione possa fornire dei risultati ed essere adottata oltre che da tutta Comiso anche da altri centri in provincia. Invitiamo la grande distribuzione a fare altrettanto”.

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