Il settore dei servizi sociali, in un contesto di diffusa crisi economica, è quello che maggiormente risente degli effetti di tale crisi, in quanto i tagli effettuati vanno a cadere su soggetti già socialmente svantaggiati. La progressiva e graduale riduzione dei trasferimenti statali e regionali comporta un ripensamento delle politiche sociali che si basi sull’attivazione e sul coinvolgimento diretto delle risorse umane e strumentali presenti nel territorio.
Vi sono comunque atti che si possono realizzare a costo zero: uno di questi, come già richiesto da qualche associazione locale, è la Carta dei Servizi Sociali.
L’art. 13 della Legge 328/2000 sui servizi socio sanitari prevede l’adozione, da parte di ciascun ente erogatore di servizi, l’adozione della Carta dei Servizi Sociali, dandone adeguata pubblicità agli utenti. Spesso, infatti, i meccanismi di tutela previsti dalle carte non sono azionate dai cittadini semplicemente perché questi non sono a conoscenza dell’esistenza della carta, non sanno cos’è o cosa preveda. In tale documento vengono definiti i criteri per l’accesso ai servizi, le modalità del relativo funzionamento, le condizioni per facilitarne le valutazioni da parte degli utenti e dei soggetti che rappresentano i loro diritti, nonché le procedure per assicurare la tutela degli utenti.
La realizzazione di una carta dei servizi sociali costituisce uno strumento di promozione della qualità e di attenzione verso i cittadini. Si tratta di un documento che “non si limita a regolamentare l’accesso ai servizi riproducendo la logica dei soggetti erogatori, ma si concentra sulle persone che hanno bisogno di accedere ai servizi”.
La Carta dei Servizi Sociali non rappresenta comunque la cristallizzazione di diritti e di regole, ma vive della stessa dinamicità degli interventi sociali ed è strettamente legata alla loro programmazione. Per questo motivo non si può parlare di carta dei servizi se non nel contesto dei piani di zona, come atto fondamentale di indirizzo e pianificazione degli interventi e al tempo stesso come strumento di coinvolgimento di tutti i soggetti disponibili ad entrare nella “rete” dei servizi investendo risorse proprie e la loro progettualità; come tale essa richiede, oltre ad un periodico aggiornamento, anche un’attività costante di monitoraggio sull’attuazione delle carte che non si limiti al dato quantitativo, ma valuti il profilo qualitativo delle carte per verificare la reale portata del servizio erogato e la concreta tutela assicurata agli utenti.
Tenuto conto che il Comune di Modica ha adottato la Carta dei Servizi Sociali nel Settembre 2001 e che non è stata mai aggiornata, il consigliere comunale di Una Nuova Prospettiva di Modica, Nino Cerruto, ha chiesto di porre in essere tutti gli atti necessari per consentire, entro il termine della legislatura, l’aggiornamento della suddetta Carta; di attivare momenti di partecipazione, prima dell’adozione della carta dei servizi, che renderebbe più praticabili le forme di tutela dei diritti degli utenti in essa previsti e più vicino il soddisfacimento delle esigenze per le quali tale strumento è stato introdotto nel nostro ordinamento;
“Questo tipo di documento – spiega – oltre che chiarire direttamente agli utenti e/o ad i loro familiari i diritti ed i servizi immediatamente esigibili ed erogabili, darebbe alle associazioni presenti nel territorio la possibilità di supportare il percorso di accesso in favore di coloro che ricorrono agli sportelli di segretariato sociale presenti nelle varie associazioni”.
Modica, Nino Cerruto chiede l’adozione della Carta dei Servizi Sociali
- Gennaio 25, 2013
- 9:58 pm
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