Confindustria Ragusa: INDAGINE CONGIUNTURALE DELLA PICCOLA INDUSTRIA IBLEA LA CRISI NON RISPARMIA (QUASI) NESSUNO

Giorgio CappelloLa Piccola Industria di Confindustria Ragusa, guidata da Giorgio Cappello, avvalendosi della collaborazione dell’Ufficio Studi dell’Associazione, ha completato la sua “Indagine Congiunturale delle PMI in Provincia di Ragusa”, che analizzando un campione ampio e significativo di piccole imprese (fino a 35 dipendenti), fotografa la situazione economica del 2012 appena concluso e registra le previsioni da parte degli imprenditori iblei per il 1° trimestre 2013.

Sono cinque i parametri che l’indagine ha inteso analizzare – Fatturato (Italia ed Estero), Occupazione, Accesso al credito bancario (a breve e a medio-lungo), Crediti clienti in sofferenza non riscuotibili nel breve periodo, Investimenti – e dieci i Settori merceologici analizzati: Alimentari, Chimica, Impianti, Legno-Arredo, Marmi e Graniti, Metalmeccanica, Plastica, Prefabbricati, Terziario e Trasporto.

Dall’indagine congiunturale emerge chiaramente l’esplodere della crisi delle piccole e medie imprese che per più di 30 anni hanno contribuito al successo del modello Ragusa. Il Fatturato Italia nel 2012 ha subìto infatti, rispetto al 2011, una diminuzione consistente nel 60% delle imprese intervistate, ed è rimasto fermo ai livelli dell’anno precedente in un altro 20 % dei casi esaminati. La previsione per il 1° trimestre di quest’anno è ancora negativa, con un’ulteriore diminuzione nel 50% dei casi e la stasi ai livelli più bassi già raggiunti nel 40% delle imprese esaminate.

Meno grave, ma non rosea, la situazione del Fatturato Estero, con un lieve aumento nel 2012 in 4 casi su dieci, ma senza ulteriori miglioramenti nel 1° trimestre 2013. Il dato è peraltro limitato dal fatto che solo alcuni comparti merceologici – alimentari, metalmeccanica, plastica e materiali edili di pregio – riescono a far giungere le loro produzioni ai mercati esteri, mentre gli altri comparti restano confinati in un recinto per lo più regionale, penalizzato dalla forte contrazione della domanda locale.

Quasi ovunque, con eccezione per alcune imprese dei settori trasporto rifiuti e net-economy, la crisi ha generato il calo dell’Occupazione. Nel 2012, più di un terzo delle imprese ha ridotto il suo organico, mentre solo una su otto ha assunto personale. Il dato peggiora ulteriormente nelle previsioni del 1° trimestre 2013, con un 50% delle imprese che prevedono ulteriori riduzioni di personale, un 35% che mantiene a stento l’organico attuale, e solo una su 15 che ne prevede un aumento, peraltro limitato.

L’Accesso al credito mostra in tutta la sua gravità la “chiusura dei rubinetti” da parte delle banche. Il credito a breve termine ottenuto dalle imprese nel 2012 è aumentato solo in un caso su sei, mentre ha subito una contrazione in più di un caso su tre. Ancora più limitato il ricorso al credito a medio-lungo termine, cresciuto solo nel 7% dei casi a fronte di una diminuzione nel 35% dei casi. Le previsioni per il 1° trimestre 2013 non mostrano segnali di miglioramento, poiché gli incrementi previsti da alcune aziende sono annullati dall’ulteriore contrazione attesa dalle altre.

Evidente e grave la situazione dei Crediti in sofferenza, che nel 2012 ha visto quasi il 70% delle imprese subire un incremento delle posizioni non riscuotibili nel breve periodo, e che nel 1° trimestre 2013 preannuncia, senza particolari recuperi, piuttosto un ulteriore incremento nel 60% dei casi.

In ultimo, la situazione degli Investimenti. Un terzo delle imprese intervistate dichiara di aver aumentato gli investimenti, ma un altro terzo dichiara di averli ridotti e il terzo residuo dice di averli mantenuti constanti. Il dato dimostra la volontà delle piccole imprese ragusane di non arrendersi alla crisi, e di voler tentare, specie nei settori alimentare, impiantistico, green-economy e net-economy, l’avvio di progetti di innovazione che possano consentire la permanenza sul mercato nell’immediato futuro.

“Dalle rilevazioni elaborate dal nostro Ufficio Studi – dichiara il Presidente della Piccola Industria, Giorgio Cappello – per la prima volta dopo quasi tre anni gli imprenditori iblei lasciano trapelare una seria, profonda e generalizzata difficoltà, con una flessione particolarmente accentuata del trend produttivo, che preoccupa seriamente. Si tratta pur sempre di un dato medio all’interno del quale restano differenze importanti tra le imprese: il manifatturiero ragusano è diviso tra un 60% delle imprese in via di contrazione, il 20% in situazione di stabilità, e solamente il 20% in leggera espansione, ma quest’ultima si mantiene entro una forbice di incremento del fatturato che non supera, nel migliore dei casi, neanche il 10% nel 2012 rispetto al 2011. E’ evidente e netto lo stacco tra i modelli di business internazionalizzati e quelli proiettati sul mercato interno”.

“Mi preoccupano – più dei dati negativi, aggiunge Cappello – gli ostacoli all’operatività aziendale segnalati dagli Imprenditori in questo momento. Quasi un imprenditore su 7 dichiara che il maggiore problema è il ritardo nei pagamenti da parte dei propri clienti; seguono burocrazia e ottenimento di credito da parte degli istituti finanziari. In questa situazione congiunturale difficile – conclude Cappello – è vitale lavorare sulle condizioni di contesto necessarie alle imprese per uscire dallo stallo produttivo, che nel primo trimestre di quest’anno continuerà a logorare soprattutto il dato occupazionale della provincia di Ragusa”.

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