Si sono tenuti la settimana scorsa due incontri, a Pachino e Modica, sui diversamente abili promossi dalla Caritas e dall’Ufficio catechistico diocesani. In particolare nell’incontro di Modica lo scorso 25 gennaio, presso la parrocchia del Sacro Cuore, c’è stato un confronto tra catechisti e animatori Caritas su come accompagnare il cammino di fede dei diversamente abili, aiutati dalla testimonianza pluriennale di un catechista, Giuseppe Pompei, della Comunità Sant’Egidio di Roma. L’incontro peraltro ha avviato la celebrazione dei venticinque anni di presenza nella città della contea dell’Associazione “I Piccoli fratelli”. Ci sembra opportuno, per gli organi di informazione, comunicare alcune consapevolezza emerse che possono essere di aiuto nella crescita di tutti.
Anzitutto i diversamente abili non hanno diritto solo a qualcosa ma a tutto ciò che spetta ad ognuno, compresa la possibilità di partecipare alla messa o alla catechesi. E non con messe o incontri particolari, ma nelle messe di tutti. Certo, se in carrozzina, hanno bisogno di qualcuno che aiuti, ma questo significa che tutti quanti ci educhiamo a sostenerci quando possiamo avere bisogno di un aiuto, impariamo a chiuderci di meno nelle nostre cose e aprirci a tutto ciò che può servire per un bene diffuso. Poi i diversamente abili possono aiutarci ad essere più essenziali, a trovare nelle celebrazioni linguaggi che non siano solo intellettuali. L’esempio è proprio quello della Comunità di Sant’Egidio che non organizza messe particolari per i disabili ma prepara le liturgie e le catechesi con immagini o gesti che agevolano la partecipazione di tutti: così l’oro dono dei Magi nel giorno dell’Epifania viene simboleggiato dal nastro d’oro portato all’altare in cui tutti gli amici diversabili appendono i nomi dei loro amici e parenti, come doni preziosi fatti alle loro fragili vite. E anche la misericordia e il perdono chiaramente sono per tutti, così il ragazzo diversabile va accompagnato alla confessione e a ricevere il perdono, come a nessuno vengono negati i sacramenti, neanche nei casi più gravi! Il problema non è infatti se chi riceve il sacramento è consapevole o ne comprende l’importanza, ma la comprensione dipende piuttosto dalla fede di chi testimonia e lo amministra. Allora accade che i diversamente abili diventano nostri maestri: ci educano all’essenzialità, ci ricordano di ciò di cui abbiamo veramente bisogno, ci aprono a un mistero più grande della semplice efficienza.
Caritas e Ufficio catechistico stanno continuando ad incontrarsi per aiutare, sulla base di queste consapevolezza, ad essere sempre più attenti a tutti. Perché – come è detto in uno degli ultimi libri della Comunità di Sant’Egidio – il “Vangelo è per tutti”. Tra le iniziative c’è anche l’inserimento in alcune messe di alcuni amici sordi, usando il linguaggio loro adatto, mentre durante l’anno altri momenti sul tema sono previsti a motivo della celebrazione dei ventinque anni dei Piccoli fratelli. In particolare il 16 aprile sarà a Modica Don Virginio Colmegna, presidente della “Casa della carità” di Milano, voluta dal Card. Carlo Maria Martini come laboratorio di condivisione, cultura della solidarietà, cittadinanza.