Dimenticarsi dei vecchi genitori. La rubrica medica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaMi capita, frequentemente, di andare a visitare anziani, assistiti “amorevolmente” da badanti, mentre i loro figli, troppo spesso, magari garantiscono una supervisione, ma non un’affettuosa seppur sporadica presenza. Di chi la colpa? Soltanto dei figli distratti e super-impegnati? Come padre di tre figli, credo di essere autorizzato a ricordare che a diventare vecchi s’impara da giovani, e che dobbiamo assolutamente proporci, quando i figli sono ancora ragazzi e stanno in casa a fare un’allegra baraonda, di non diventare quegli individui aspri e lagnosi che nessuno ha piacere di frequentare. Se alle feste “comandate” il figlio non si fa vivo nemmeno con una telefonata, io penso che sarebbe necessario avere il buonsenso, l’ironia e la serenità di non saltargli in testa quando telefona tre giorni dopo. Non serve a niente mettere il muso, e invece paga molto una risposta di questo genere: «Come stai, caro? Ti sei divertito? Anche io. Sì, sì, sto benissimo, non ti preoccupare. Ciao, a presto».
Queste brevi considerazioni mi lasciano però una vaga, leggera malinconia, inducendomi ad un’analisi del reciproco comportamento fra parenti. Provo un certo sconcerto nel constatare l’aridità o indifferenza, riscontrabile troppo spesso nei giovani,riguardo alle “necessità” affettive dei genitori. Mi chiedo se questa indifferenza sia causata da comportamenti personali o dal modus vivendi dell’attuale società.
In Cina è passata una legge che impone ai figli di «visitare spesso» i genitori anziani. Se la facessero in Europa, sai quante discussioni, quanti dibattiti in tv, quanti pareri di psicologi, quante lance spezzate in nome della libertà conculcata. In realtà, l’affetto e la vicinanza filiale non si possono ordinare per legge, a rischio di battere moneta falsa.
Non credo che una legge come quella cinese avrebbe qualche effetto su noi occidentali, ma mi piacerebbe che ci fosse. Il popolo cinese parte da altri valori radicati da condizioni di vita ben diversi e entrati nel loro DNA da generazioni. All’occidente manca l’accettazione, la comprensione e la pietà verso il prossimo, vicino o lontano che sia. Manca l’amore,c’è solo egoismo.
Io, ai miei figli, sto cercando d’insegnare l’amore, è veramente colpa mia se non ci dovessi riuscire ?

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