Casse vuote, incapacità di riscuotere le imposte, buchi enormi e debiti fuori bilancio che producono un deficit strutturale: sono già ventuno, in meno di un anno, i Comuni che non hanno superato l’esame della Corte dei Conti. I bilanci presentano ormai una situazione irrecuperabile con la gestione ordinaria e in due casi, Milazzo e Cefalù, le perdite sono così gravi da rendere necessaria la dichiarazione di dissesto, più o meno paragonabile al fallimento di un’azienda. Fotografia di una corsa verso il baratro degli enti locali che coinvolge rapidamente sempre più città e corrisponde a una mazzata per i cittadini, visto che il dissesto o il piano di salvataggio che può essere attivato in alternativa implicano un aumento fortissimo della pressione fiscale.
La sezione di Controllo della Corte dei Conti ha tracciato un primo bilancio dell’emergenza e lancia l’allarme in Sicilia. Tra le cause, come si diceva, l’eccesso di debiti e le imposte non riscosse. L’Anci: “colpa dei tagli”. La Regione: evitare l’aumento delle tasse. La sezione di Controllo della Corte dei Conti ha tracciato un primo bilancio dell’emergenza. Ne è venuto fuori che grandi città come Catania e Messina ma anche centri come Modica, Scicli, Ispica, Caccamo, Belmonte Mezzagno, Monreale, Scordia, Santa Venerina,Giarre, Santa Maria di Licodia, Scaletta Zanclea, Milazzo, Taormina, Tortorici, Recalmuto, Avola e Santa Caterina Villarmosa hanno ricevuto una prima delibera dalla Corte dei Conti che sancisce la grave situazione contabile.
nella foto l’assessore regionale Patrizia Valenti