Illecita concorrenza con minaccia, detenzione di armi e falsità in scrittura privata. Con questa accusa il Gup del Tribunale di Modica, Elio Manenti, ha rinviato a giudizio Daniele Bonvento, 27 anni, difeso dall’avvocato Francesco Giardina, e ha assolto il padre, Ernesto Bonvento, 54 anni, difeso dall’avvocato Ignazio Galfo, per non avere commesso il fatto. Il piemme aveva chiesto il rinvio a giudizio per entrambi. I due, ragusani, titolari delle ditte “Onoranze Funebri Bonvento Daniele” e “Agenzia Funebre Padre Pio di Bonvento Daniele”, con sedi a Pozzallo, secondo i carabinieri che svolsero le indagini, in concorso tra loro, avrebbero compiuto atti di illecita concorrenza con reiterate minacce. Il 19 febbraio 2010 era stata recapitata presso l’abitazione di C.G., titolare di altra società di onoranze funebri, una busta gialla, affrancata, priva di mittente e di timbro postale, contenente una busta bianca(del tipo biglietti da lutto), con la scritta “A’ cura, un piccolo pensiero per la famiglia”(A’ cura significa “stai attento”, ndr), contenente due cartucce GFL 38 SW Special, cariche. Il giorno dopo una busta dello stesso tenore era arrivata presso l’abitazione di T.D., dipendente della ditta presa di mira, con la scritta “Nun ti moviri, statti a casa e vadditi(“Non ti muovere, statti a casa e guardati, ndr)”, contenente una cartuccia calibro 38 SW Special carica. Avrebbero inviato, poi, a C.G. e all’operaio, l’11 marzo successivo, due ulteriori buste, contenenti due cartucce al primo ed una al secondo calibro 38 Special. Gli atti intimidatori erano volti a costringere la ditta di C.G. a ritirarsi dal mercato o, comunque, a condizionare la sua libera autodeterminazione nell’esercizio dell’attività. Nello stesso tempo avrebbero creato, per procurarsi un vantaggio, condizioni e motivi di contestazione tra i familiari di alcuni soci defunti della Società Marinara e D.P., proprietario di un’altra agenzia di onoranze funebri, nel tentativo di mettere in cattiva luce l’operato e l’immagine imprenditoriale di quest’ultimo, formando e/o alterando il contratto di appalto tra lo stesso D.P. e il sodalizio marinaro. L’avvocato Giardina aveva chiesto il patteggiamento ma è stato rigettato. Il suo assistito sarà processato in luglio.
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