E’ un fenomeno ciclico ma dal corso assai ricorrente quello delle morti non previste; ovvero di coloro che, vittime di un malore, vengono dimessi dai Pronti Soccorsi e poi dopo ore, di perdurante malessere, cessano di vivere. Il tempo, le indagini, il dolore di mogli, figli e familiari occupano le attenzioni della cronaca per alcuni giorni… poi tutto cade nell’oblio. E’ successo a Modica, è successo a Scicli di recente a Luciano Bosco, e successo, nel tempo, in altri ospedali della provincia. E succederà ancora se qualcuno non si deciderà ad intervenire. “E’ venuto il tempo di agire e non solo per evitare lutti – dice Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa – ma per una ragione più semplice ma altrettanto importante: il rispetto della vita e della dignità umana.
Ebbene si faccia una rigorosa verifica delle attrezzature, della qualità, mi perdoni chi si sente offeso, del personale medico e paramedico che affronta per primo il caso di persone colte da malore. Come sindacato chiederemo un confronto con il commissario dell’Asp Angelo Aliquò per mettere al centro dell’emergenza sanitaria il sistema dei pronti soccorsi dei nostri nosocomi. Nessuno se la prenda. E nessuno incomodi la “caccia alle streghe”. Non c’entra un bel nulla. Auspichiamo che una maggiore sensibilità e responsabilità da parte di tutti aiuti ad evitare per il futuro, più o meno prossimo, tragedie non annunciate che spezzano, quasi sempre, giovani vite .
Morti improvvise. Necessario intervenire subito. Verificare l’efficienza del Pronto Soccorso nei nosocomi del territorio
- Febbraio 17, 2013
- 10:38 pm
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