Processo sui “Diplomi facili” a Modica, Vittoria e Vizzini. Due ex provveditori agli studi accusano

tribunale_202Irregolarità negli esami di Stato e comportamenti non chiari di talune commissioni esaminatrici. Questo hanno detto due ex Provveditori agli Studi chiamati a testimoniare nel processo sull’inchiesta dei cosiddetti “Diplomi facili” davanti collegio penale(Maggiore, Chiavegatti, Scifo). I due hanno confermato in larga parte le accuse che pendono sui 17 imputati, tra legali rappresentanti di scuole paritarie, dirigenti scolastici e docenti, tra cui i coniugi amministratori unici delle due società che gestivano gli istituti di Modica, Vittoria e Vizzini. Si tratta di Sebastiano Mignacca e Giovanna D’Izzia, amministratori unici della società “Ge.Ma.D” srl che gestiva gli istituti di Modica e Vittoria, e della “Si.Pla.S’” srl che gestiva l’istituto di Vizzini, il figlio Vincenzo Mignacca, collaboratore di segreteria dell’Istituto Europa, Vincenzo Mignacca, collaboratore di segreteria dell’Istituto Europa di Modica, Ermelinda Buffa Calleo, Raffaele Frischilla, Aurelio Zinnà, Teresa Attaguile, Sonia Gerratana, Rosanna Spadaro, Claudio Calabrese, Salvino Patanè, Esterina D’Izzia, Loredana Rimmaudo, Francesca Battaglia, Monica Guastella, Vito Albergo e Maria Grazia Scalone. Una sola la parte civile, T.M., studentessa modicana di 28 anni, patrocinata dall’avvocato Salvo Maltese. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla “consumazione di un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica”. Le indagini furono avviate dopo gli esami di maturità del 2005 tenuti in tre istituti tecnici commerciali parificati: il già citato “Europa” di Modica, il “Marconi” di Vittoria e il “Gentile” di Vizzini. Originariamente erano 93 gli indagati: 31 studenti e 62 tra dirigenti, amministratori, dipendenti, collaboratori dei tre istituti e 24 docenti, membri delle tre commissioni degli esami di Stato. In precedenza un imputato era ricorso al giudizio abbreviato, mentre due posizioni erano state stralciate e, infine, era stato dichiarato il non luogo a procedere per i presidenti e i componenti delle varie commissioni esaminatrici e per gli studenti che avevano superato gli esami. Per i commissari, accusati di avere ammesso candidati che avevano frequentato solo pochi giorni di lezioni durante l’anno scolastico, e in qualche caso di avere violato il limite del numero massimo consentito per ogni commissione, l’imputazione era abuso d’ufficio. La prossima udienza è stata dunque fissata al prossimo 10 luglio.

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