Arrestato pluripregiudicato ragusano per stalking, sequestro di persona e concorso in violenza sessuale su 50enne

vito savarinoPersonale della 3^ sezione della Squadra Mobile, ha eseguito l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un pregiudicato ragusano Vito Savarino, 40 anni, per atti persecutori, sequestro di persona, concorso formale in violenza sessuale, violenza privata, concorso formale in lesioni personali aggravate in danno di una cinquantenne ragusana con la quale in precedenza aveva mantenuto un breve rapporto sentimentale. La misura cautelare trae le sue origini dalle denunce e querele sporte dalla malcapitata, vittima di una serie di azioni vessatorie inflitte dal suo persecutore consistite nell’averla sequestrata all’interno della sua abitazione al fine di usarle violenza sessuale, violenza privata, cagionandole lesioni personali aggravate. Inoltre dopo che la vittima era riuscita a liberarsi dalle grinfie del persecutore trovando serenità presso una casa famiglia sita in un comune limitrofo, peraltro individuata attraverso l’azione sinergica della Squadra Mobile con il competente Servizio Sociale del Comune capoluogo, il persecutore dopo ripetuti appostamenti posti in essere, contornati da insidiose telefonate e sms indesiderate , veniva intercettata dallo stesso, il quale riusciva ancora una volta portarla con se contro la volontà della malcapitata. Quest’ultima dopo essere stata ancora una volta vessata, approfittando della temporanea assenza del suo persecutore, riusciva a liberarsi ancora una volta e dopo essere entrata in perfetta empatia con il personale di questa Squadra Mobile, trovava la forza di denunciare tutte le vicissitudini delle quali era stata vittima.
Gli esiti investigativi forniti dalla «sezione specializzata» della Squadra Mobile sono stati posti a fondamento della misura cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del P.M., Monica Monego.
La vita della vittima era diventata particolarmente gravosa anche dopo essere stata costretta a trasferirsi di abitazione a causa delle nuove ed insistenti molestie telefoniche, sms che era costretta a subire, dal suo persecutore nel tentativo di ottenere un approccio, rimanendo intere giornate all’interno della stessa temendo seriamente per la propria incolumità personale e dei proprio figlio convivente.
Addirittura il persecutore, in modo sfrontato aveva esteso il suo raggio di azione anche ai familiari della vittima, come pure al luogo di lavoro del figlio della vittima attraverso continue telefonate tese ad ottenere un contatto con la vittima. Appare indubbio che le azioni poste in essere hanno fortemente provato principalmente la vita della vittima ma anche quella dei suoi familiari. Ogni aspetto della vita della vittima è stato certamente influenzato negativamente da questa triste e squallida esperienza subita Così come più volte evidenziato dagli operatori, non bisogna mai sottovalutare queste situazioni: occorre essere consapevoli che sono molto rischiose pertanto non esitare a rivolgersi alla Polizia di Stato: gli operatori sapranno consigliare la vittima e darle un aiuto professionale.

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