La vicenda dell’anziana lasciata 14 ore su una sedia del pronto soccorso di Modica. Vespaio di polemiche

Pronto soccorso modicaUn fulmine si è abbattuto sull’Ospedale Maggiore dopo la denuncia dei parenti di una donna di 85 anni, cardiopatica con diversi interventi subiti e con una broncopolmonite e un infarto in corso, lasciata per oltre 14 ore seduta su una sedia del Pronto Soccorso nell’attesa che si liberasse un posto in corsia. Ora la gente è stanca di questo stato di cose, anche perché, nel frattempo, si è scoperto che i posti letto erano disponibili nella divisione di Ortopedia dove, però, c’è il veto del direttore sanitario, Piero Bonomo, a seguito di un caso che aveva portato a rinviare un intervento chirurgico programmato perché non c’erano posti. Al pronto soccorso di Modica a fronte delle stesse prestazioni del pronto soccorso del “Civile” di Ragusa, il personale è insufficiente di figure mediche, infermieristiche ed ausiliarie; il triage funzione a part- time mentre, invece, sarebbe opportuno attivarlo almeno per dodici ore; non sono stati attivati i quattro posti letto di osservazione breve come previsto dalla riforma sanitaria siciliana; la sala d’attesa non è funzionale così come non è funzionale il barellamento in stanze anguste o nel corridoio in attesa di destinazione dei pazienti. Salvatore Rando, già sindacalista del settore sanità ed esponente del comitato civico “Via Loreto” che conosce la problematica, lancia un appello alla direzione dell’Asp di Ragusa. “Siamo certi della sensibilità dimostrata già in altre occasioni – dice – nel risolvere i problemi che coinvolgono i cittadini sui disagi denunciati, e confidiamo che si trovi una soluzione immediata per il pronto soccorso di Modica che sviluppa oltre 30mila accessi l’anno. E’ necessaria ed urgente una riflessione politico-istituzionale tra le organizzazioni sindacali e i vertici dell’Asp per proporre una migliore organizzazione che l’assessore regionale deve convincersi che l’Asp di Ragusa è stata la più penalizzata della Sicilia. Occorrono correttivi urgenti per evitare che si creino delle condizioni di malasanità a danno dei cittadini.”.

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