ISPICA. LE PROSPETTIVE ERMENEUTICHE DELLA POESIA DI PISANA TRA DOMANDE RADICALI, METAFORA DEL NAUFRAGIO E IMPEGNO CIVILE

PISANA 32Appuntamento con la poesia di Domenico Pisana nel V sabato letterario che il Gruppo ispicese del Caffè Quasimodo di Modica ha tenuto nello scorso fine settimana nella sede della Sciabica, nel quadro degli appuntamenti della stagione culturale 2012-2013. Francesco Fronte, componente della Società di Storia Patria di Ispica, ha coordinato la serata, che si è snodata in una analisi del percorso poetico di Pisana, fondatore e Presidente del Caffè Quasimodo, che ha raccolto in volume tutte le sue poesie composte tra il 1985 e il 2008.
“Pisana – ha affermato Corrado Calvo, Presidente dell’associazione “Cultura e dintorni” di Rosolini, è poeta impegnato, che ci fa sentire la sua civile amarezza, il pudore mesto che lo assale, guardandosi bene però dall’assumere i panni del maestro saccente di problemi ideologici e storici. Nei suoi versi la denuncia si accende di una interna tensione, atta a provocare l’insorgere di una più energica morale. Una moralità di stampo illuministico mediata dalla fede innata nell’Ordinatore, nell’uomo e nelle sue capacità”. Di domande radicali e metafisica dell’alterità ha parlato la scrittrice Daniela Fava, la quale ha evidenziato come “Pisana sin dalle sue prime poesie ci dà il senso angoscioso di una realtà massiva e di una natura che ci opprimono, ci fa avvertire la pena di un “male di vivere”, per citare Montale, un male che è consustanziale alle cose, nonché alle persone, soggette allo scorrere del tempo, che devasta la trama degli eventi sui quali, però, il poeta sovrappone la fiducia in un mondo e in un futuro migliore”.
Interessante anche l’intervento di Giuseppe Pitrolo il quale si è soffermato sulle Odi inedite di Pisana dedicate alle dodici terre dell’area iblea, affermando che il poeta recupera e descrive una provincia plurale, composita (“signorile e rusticana”,), con città campagne coste dalle peculiarità individuali ben definite, individuate dall’autore nei tratti distintivi, fondativi, identitari: Ragusa barocca, Vittoria liberty e profumata, Giarratana liliacea, Ispica nobiliare e religiosa (“C’è un’aria di antico, di storia e di leggende/ nel tuo paesaggio lunare, Ispica,/ distesa sul colle come una donna sulla sabbia”; “Ora è festa di popolo”), Scicli marina (“Tu, Scicli, respiri la brezza marina/ che dalle acque lentamente s’alza/ per raggiungerti nelle calde notti di luna”).
Una provincia ricca di personaggi e intellettuali importanti: Bufalino (“una vita vestita di letture/ (…)/ ma fresco di vita e sentimento”), Lauretta, Miccichè, Campailla, Carlo Papa, Quasimodo (“Ognuno raggomitola fili di paure/ disteso tra le nebbia brumale:/ e l’anima si fa creta di speranza”), Poidomani, Ciccio Belgiorno, Saluzzi, Stornello, La Pira… A chiudere gli interventi della serata è stata Lucia Trombadore, che ha affrontato “Il motivo dialettico naufragio-speranza nell’ultima stagione poetica di Pisana”. La serata sarà arricchita dalla letture dell’autore e dell’attore Giorgio Sparacino, Direttore della Compagnia teatrale “Utopia” di Ragusa, e dagli interventi musicali di Lino Gatto e Daniele Ricca.

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