Il sindaco di Comiso, per anni, ha giocato al ping pong delle responsabilità e ha dato prova inequivocabile di uno scarto tra il ruolo assegnatogli dai cittadini e le modalità con cui egli ha interpretato quel ruolo. Lo sostiene Salvatore Terranova, segretario della Cgil, il quale fa rilevare che in quattro anni di amministrazione, Giuseppe Alfano non solo non è riuscito ad affrontare le quotidiane criticità finanziarie dell’Ente ma ha finito per avanzare al consiglio comunale la proposta del dissesto: provvedimento con il quale – è bene che se lo ricordi – ha sancito il proprio fallimento politico amministrativo oltre che personale, a prescindere dalle origini e dalle cause dei debiti e disavanzi che attanagliavano il bilancio comunale.
“Per quanto riguarda i precari ex co.co.co – aggiunge Terranova – la CGIL renderà pubblica la corrispondenza intercorsa tra il Comune e il Ministero dell’Interno, in modo che i cittadini possano accedere alla visione dei fatti con documenti reali e non attraverso fittizie strumentalizzazioni. La pubblicazione degli atti avverrà a mezzo di un manifesto nel quale saranno riportati fedelmente e con estrema trasparenza gli atti del Ministero dell’Interno, quelli concernenti la nuova Dotazione organica dopo il dissesto (che ancora dovrà essere approvata dalla Commissione per la stabilità finanziaria degli EE.LL.) e le procedure adottate per cercare di ottenere la proroga, per effetto del disposto dell’art. 1, comma 400 della legge di Stabilità: un atto dal quale emergerà in maniera netta la differenza tra chi è stato veramente dalla parte dei lavoratori e chi invece ha manifestato solo parvenza di interesse.
Per quanto riguarda inoltre la partecipazione a Roma, i funzionari del Ministero sono stati chiari nel contestare al Sindaco la grande mole di atti trasmessa dal Comune, che è servita solo a ingenerare incomprensioni e non contezza degli obiettivi del Comune e invitandolo a revocare tutti gli atti sinora prodotti e a presentare un nuovo quadro, questa volta chiaro ed organico. Tralasciamo in questa sede l’imbarazzo provocato dalla qualità delle interlocuzioni intrattenute dal Sindaco coi funzionari ministeriali.
Va infine detto e sottolineato che se 48 lavoratori sono stati mandati a casa la ragione è certamente da individuare in una superficiale e distratta azione amministrativa che, invece di trovare soluzioni per la stabilizzazione di questi lavoratori, è riuscita a creare un pastrocchio burocratico.
Un Sindaco che, con atteggiamento antisindacale, incontra i lavoratori escludendo il sindacato, che non accetta il confronto, che si inalbera ad ogni tentativo di apertura del dialogo rifiutando ogni soluzione proposta dal sindacato”.