No a manifestazioni pubbliche alla zona artigianale di Modica La Cna territoriale: “L’area non ha le caratteristiche per ospitare centinaia di persone. In più imprese penalizzate”

Carmelo Caccamo responsabile organizzativo ModicaLa Cna di Modica, insieme con le imprese insediate nella zona artigianale di contrada Michelica, chiede al sindaco e all’Amministrazione comunale di non concedere più autorizzazioni per lo svolgimento di manifestazioni pubbliche quali il circo o esibizioni automobilistiche di varia natura in quanto svolte in un’area dove le imprese hanno effettuato ingenti investimenti. La zona artigianale non presenta caratteristiche adatte ad accogliere centinaia di persone perché sfornita dei principali servizi adatti a queste tipologie di manifestazioni che recano intralcio alla circolazione delle imprese che svolgono servizio di pronto intervento. “Inoltre – continua il presidente della Cna territoriale, con il responsabile organizzativo Carmelo Caccamo – abbiamo potuto constatare la presenza di rifiuti di ogni genere anche di origine animale con odori sgradevoli lasciati dopo la presenza del circo. Pensiamo che l’Amministrazione comunale non possa far cassa a discapito di tante imprese che quotidianamente cercano di tenere alto il livello di qualità e vivibilità dell’area. La zona artigianale rappresenta una vetrina per la città, un punto di orgoglio per le imprese della città che ospitano numerosi fornitori e clienti dai territori limitrofi. Più volte abbiamo fatto notare al sindaco che sarebbe stato opportuno non concedere autorizzazioni ma ancora una volta le esigenze delle imprese non vengono ascoltate. Ferma restando la legittimità delle realtà estemporanee presenti nella zona artigianale (e ci riferiamo al circo dei giorni scorsi nonché allo spettacolo degli stunt-cars presente tuttora) di portare avanti il proprio lavoro, che dà comunque da vivere a decine di persone – dice ancora la Cna – ci chiediamo come mai l’Amministrazione comunale non abbia ritenuto ancora opportuno adottare delle soluzioni alternative per evitare questa presenza che si sovrappone a quella degli insediati. Non è più tempo di tergiversare ma serve, da subito, fornire indicazioni chiare circa le soluzioni che si intendono adottare. Altrimenti, lo stato di salute complessivo del posto rischia di aggravarsi”.

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