I risultati delle elezioni 2013 hanno assegnato alla Camera la maggioranza assoluta al Partito Democratico con 345 seggi, mentre al Senato la situazione risulta alquanto ingarbugliata ma non difficile da risolvere. Ricordiamo che al Senato questi sono i seggi assegnati: Partito Democratico n.123; Popolo delle Libertà n.117; Movimento 5 Stelle n.54; Lista Monti n.19 e Altri n.2. Ricordo che il nostro sistema parlamentare esige che il Governo chiamato a esercitare il potere esecutivo debba ottenere il voto di fiducia di entrambe le Camere. Ora, se alla Camera dei deputati la fiducia è quasi una formalità, in quanto i 345 voti del PD sono sufficienti, al Senato il voto di fiducia è più complesso, ma – come dicevamo – non impossibile. Vediamo, tenendo conto che la maggioranza è di 158 voti, quale potrebbe essere lo scenario possibile: un accordo tra Partito Democratico (123 voti) e Movimento 5 Stelle (54 voti) che darebbe luogo ad una maggioranza di 177 voti, numeri più che sufficienti per governare il nostro Paese. Eventuali altre soluzioni sono impossibili, sia aritmeticamente che per l’esperienza drammatica di questi ultimi 16 mesi che ha costretto dodici milioni di famiglie (insegnanti, precari, dipendenti pubblici e privati ecc.) a sostenere il pagamento del debito pubblico. Pertanto, al di là delle solite strategie per ottenere il massimo vantaggio (il Partito Democratico dal Movimento 5 Stelle e viceversa), entrambi sanno perfettamente che non collaborare alla formazione di un Governo stabile vorrebbe dire gettare l’Italia in pasto alle agenzie di rating e agli speculatori e far precipitare la nostra Repubblica in una condizione di difficoltà economica estrema.
Una soluzione è comunque possibile anche senza il voto di fiducia al Senato del Movimento 5 Stelle. Una volta ottenuta la fiducia alla Camera dei Deputati il Partito Democratico potrebbe presentarsi al Senato e non ottenere la fiducia. In questo caso il nuovo Governo in carica, con la sola fiducia alla Camera, potrebbe rimanere in sella per diversi mesi (anche anni) e proporre alcune importanti riforme condivise da tutto l’arco parlamentare : riforma elettorale, equa ridistribuzione del peso fiscale, abolizione dei vitalizi, dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, sostegno alle piccole e medie aziende, investimenti statali per rimettere nel circuito lavorativo quante più persone possibili, combattere la corruzione, il clientelismo, l’evasione fiscale, le mafie; bloccare progetti inutili (come la Tav , visto che le merci non hanno bisogno dell’alta velocità, il ponte sullo stretto, i difettosissimi caccia F35); avviare la costruzione di autostrade e ferrovie che colleghino le città del centro sud con le grandi arterie del nord, far partire una nuova politica industriale o di riconversione che assicuri il lavoro nel rispetto della vita delle persone e dell’ambiente. Certamente mi rendo conto che tali azioni di Governo sono compiti di alto profilo, ma oggi gli eletti al nuovo Parlamento hanno solo questa opportunità: mettere in pratica ciò che hanno promesso in campagna elettorale (non dimentichiamo che 71 senatori e 201 deputati eletti hanno aderito alla campagna “Senza corruzione riparte il futuro” promossa da Libera e dal Gruppo Abele), e dimostrare che finalmente hanno a cuore ciò che la Costituzione promette a tutti i cittadini italiani: lavoro, pari dignità sociale, istruzione e sanità di qualità gratuita,equa e progressiva ripartizione del peso fiscale, uguaglianza di fronte alla legge.
Insomma, una inversione di tendenza che investirebbe anche il comparto scuola e potrebbe porre rimedio alle decisioni del Governo pre-tecnico che ha smantellato il sistema di istruzione, licenziando 150.000 precari, non rinnovando i contratti di lavoro, introducendo il maestro unico/prevalente, facendo arretrare la scuola primaria nelle indagini internazionali “TIMS e PIRLS” in reading literacy dal 6° posto nel 2007 al 16° posto nel 2011, in matematica dal 16° posto al 24° posto e in scienze dal 10° posto al 18°.
Occorre dunque un Governo che rimetta al centro la persona, l’istruzione, la ricerca, il lavoro con diritti e metta al bando corruzione, evasione, mafie, speculatori e precarizzazione della vita dei cittadini. E’ un’opportunità per i parlamentari di ascoltare, accogliere e avviare verso una vera soluzione i problemi che ogni cittadino italiano e ogni famiglia vivono quotidianamente.
Dopo aver varato tutte queste importanti e determinanti leggi, se si renderanno necessarie nuove consultazioni elettorali andremo a votare per i parlamentari e i partiti/movimenti che hanno detto sì al Bene comune.
Politica. Un’opportunità per il cambiamento
- Marzo 12, 2013
- 5:29 pm
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