Lettera aperta di Angelo Di Natale alla “Città che vuole cambiare”

angelo di nataleAnche la città di Ragusa versa in una crisi grave che, illusoriamente, si è cercato di nascondere o minimizzare. E’ la stessa crisi – economica e sociale – che investe drammaticamente la comunità, ma è, anche e soprattutto, una crisi di vita e di organizzazione democratica prodotta da fenomeni, a Ragusa non meno gravi che altrove, di macroscopica devianza dell’agire quotidiano di gran parte degli eletti rispetto al mandato ricevuto nella cura degli interessi generali della comunità.
L’ente Comune esibisce impietosamente tutti gli effetti di questa crisi e, poiché tra poco più di due mesi la città sarà a chiamata a scegliere il nuovo sindaco, la nuova giunta e il nuovo consiglio comunale, una presa di coscienza si impone per dare corso, questa volta, alle attese di riscatto morale, civile, culturale, sociale ed economico, all’insegna dello spirito pubblico che dovrà produrre una fase di centralità intangibile dei beni comuni e degli interessi generali della comunità, contro e sulle spinte affaristiche di singoli e gruppi che da sempre si muovono nel sottobosco della politica e che negli anni scorsi hanno condizionato e, a volte ispirato, non poche scelte risoltesi nella violazione di legittime istanze comunitarie di progresso e di equità sociale, per il vantaggio egoistico e particolare di pochi. Il momento dinanzi al quale la città dovrà compiere le sue scelte è totalmente nuovo rispetto ad un passato anche recentissimo poiché in pochi anni, e perfino in pochi mesi, la comunità dei cittadini – per decenni derisi e vilipesi da un ceto politico e di gestori degli affari pubblici in gran parte corrotto, arrogante e prepotente – ha acquisito, a Ragusa come altrove, una coscienza, mai così forte e netta, della necessità di un cambiamento radicale, idoneo intanto a garantirle di riporre la res pubblica in mani pulite, sicure, affidabili, finalmente capaci di muoversi in piena sintonia e armonica corrispondenza di interessi con la comunità dei cittadini onesti la quale – tra le tante che si agitano in un affannoso protendersi verso la maniglia della porta che aprirà le stanze del “potere” – questa volta, voglio sperare, le sceglierà con lucida consapevolezza civica, con la saggezza della responsabilità etica e con il coraggio del cambiamento urgente e radicale che si richiede.
Rispetto ad un momento così critico e decisivo per le sorti della città, lo scenario nel quale saremo chiamati alle scelte propone, da una parte, una schiera di aspiranti “sindaci” che la città potrà agevolmente giudicare perché hanno già, anche a lungo, dato prova del loro operato esattamente nella gestione pluriennale che ha ridotto il Comune nello stato in cui si trova. Credo che il primo errore da evitare sia quello di confermare il consenso a chiunque, pur nella varietà dei ruoli, abbia fatto parte dell’organo di amministrazione comunale o di qualunque gruppo politico consiliare che ne abbia sostenuto l’azione nei sei anni in cui la città è stata amministrata, con la forza schiacciante dei numeri, da quella coalizione (Fi, An, Udc, più sigle varie e loro riedizioni) che ha anche la responsabilità, in questo caso con l’apporto ulteriore della Lega Nord, di avere condotto l’Italia al disastro in cui oggi si trova. E tale responsabilità, a Ragusa come altrove, permane tutta nella sua incancellabile evidenza: non bastano cambiamenti di nome, passaggi di campo, nuove casacche e acrobazie di trasformisti per modificare la sostanza degli atti compiuti, dei comportamenti assunti, delle decisioni prese o avallate.
Credo quindi che ogni scelta utile alla città vada compiuta totalmente al di fuori del campo nel quale oggi si trovano o si sono ricollocati quanti hanno già avuto la possibilità, nelle funzioni di amministrazione, di servire la città e ne hanno macroscopicamente tradito le attese, gli interessi, i bisogni.
Nell’area libera da proposte o personaggi marchiati da questa grave e indiscutibile responsabilità, occorre selezionare con attenzione, focalizzando nomi dotati di integrale affidabilità morale e, dove possibile, di comprovato impegno nel servizio alla comunità, nonché programmi contenenti le idee-forza all’altezza del cambiamento di cui c’è urgente bisogno.
In queste settimane, anche nell’area politica occupata da partiti e movimenti che non hanno avuto alcuna responsabilità di gestione del Comune negli ultimi sei anni, avendo esercitato solo un ruolo d’opposizione, noto come sia flebile e confuso il filo dell’elaborazione di una proposta politico-programmatica capace di irrompere con la forza della credibilità e del cambiamento nello scenario in cui tra poche settimane la città dovrà compiere le sue scelte. In quest’area vedo anche tante persone muoversi come se nulla fosse successo in questi anni, in questi mesi, e perfino in questi giorni, in cui abbiamo visto, per esempio in ambito nazionale, appena venerdì scorso, il Pd trovare in una notte uno scatto d’orgoglio e abbandonare l’anacronistica, preistorica, proposta di candidare alla presidenza della Camera e del Senato Dario Franceschini e Anna Finocchiaro: il primo, personaggio rispettabile ma certo non all’altezza della sfida dei tempi, avendo attraversato non poche stagioni politiche, dalla Dc al Ppi, alla Margherita, al Pd; la seconda, di fatto, “funzionaria” di partito e professionista della carriera parlamentare sempre per nomina dall’alto, della quale si ricordano solo, oltre a tanti grigie comparsate televisive, l’immagine del suo carrello della spesa all’Ikea spinto dagli agenti della scorta e l’incarico milionario dato a suo marito medico, in violazione delle norme, dalla giunta-Lombardo contro cui si era candidata, rifiutando poi il seggio all’Ars come capo dell’opposizione e non pronunciando mai una parola contro il ribaltone compiuto un ano dopo dal Pd che ha tenuto in vita per oltre tre anni il governo-Lombardo, mentre in trent’anni di vita parlamentare non risulta pervenuta a suo nome una sola battaglia, un provvedimento, un gesto, una risoluzione che abbia lasciato un segno.
Quello scatto d’orgoglio del Pd e di Sel ha portato Laura Boldrini e Piero Grasso, entrambi neo parlamentari, al vertice delle Camere: scelte che rappresentano una rottura autentica, il segno nuovo dei tempi e la concreta, residua, possibilità di tentare di guidare un processo di profonda trasformazione che dovrà ribaltare dalle viscere un paese malato e martoriato dalla pervicace autoreferenzialità di gran parte di un ceto politico corrotto, parassita, incapace e indisponibile a servire veramente la comunità.
La società civile e la parte non compromessa di quella politica trovino anche a Ragusa uno scatto d’orgoglio per offrire alla città una proposta nel segno dei tempi.
Partiti politici, movimenti di impegno civico, associazioni culturali, personalità indipendenti e dotate della capacità di offrire un contributo alto alla rinascita morale di cui si avverte l’urgenza ma che ancora si fatica a mettere a fuoco nelle nebbie della bufera, trovino la strada giusta, coraggiosa, diritta e diretta, parlando alla città in modo nuovo. Basta con i riti, le procedure, i protocolli di un vecchio schema che è sempre servito più agli attori politici che alla qualità dei risultati consegnati ai cittadini.
Nell’area in cui si muovono coloro che hanno, almeno potenzialmente, i requisiti per proporsi come alternativa nel progetto di governo della città, tante disponibilità ed anche personali ambizioni appaiono legittime e rispettabili.
Ma lo spirito dei tempi e la forza della domanda di cambiamento che sale, prepotente, dalla comunità, richiedono scelte nette, rapide, limpide, coraggiose, radicali.
Per questa ragione, da cittadino cui stanno a cuore le sorti della comunità, lancio un appello perché la città che vuole cambiare punti sul candidato che, più di altri, incarna e garantisce questa prospettiva.
E’ Gianni Iacono, che da molti anni conduce, finora sempre dall’opposizione, le battaglie più avanzate per il bene della città, per la tutela e la valorizzazione delle sue ricchezze, contro la corruzione, l’opacità delle scelte della pubblica amministrazione, le compromissioni affaristiche di un certo ceto politico e di gestori della cosa pubblica. In tutte le sue iniziative, negli atti compiuti, nelle denunce, nelle prese di posizione assunte in un tempo lungo, sufficiente a cristallizzare un profilo chiaro del suo agire negli interessi esclusivi della comunità, troviamo tutte le garanzie del fatto che Gianni Iacono, tra le disponibilità finora emerse, sia in assoluto il candidato più adatto a tirare la città fuori dal pantano in cui, agonizzante, galleggia.
A mio avviso Gianni Iacono deve però diventare il candidato “della città che vuole cambiare”, alla guida di una vastissima area di impegno civico, culturale e politico che faccia di un nuovo protagonismo dei cittadini e di modalità di autentica partecipazione democratica la sua nuova identità, la sua forza e il suo messaggio.
Rivolgo un appello ai soggetti politici che si sono opposti al modello e alle pratiche di gestione del Comune negli ultimi anni, alle persone indipendenti che non ne hanno condiviso la responsabilità, alla rete dei movimenti di impegno civico e a tutti i cittadini che avvertono, urgente, la necessità di aprire una fase nuova. Un appello accorato ad unire le forze, facendo un grande passo in avanti nel dialogo e nel confronto, per definire al più presto un progetto di svolta e di cambiamento. A mio avviso il punto più alto di sintesi, proprio per la radicalità del cambiamento che può interpretare, risiede nella figura di Gianni Iacono. Ma in ogni caso credo sia necessario ed urgente che, chiunque condivida l’analisi proposta e i principi discriminanti cui ispirarsi, debba subito aprirsi al confronto, abbandonando con generosità ogni spinta al frazionamento dell’idea e del progetto.
E’ possibile, se si vuole. Con comune disponibilità, con spirito di collaborazione e di autentico confronto, di reciproco rispetto di ogni idea e proposta funzionali al progetto, in condizione di pari dignità.
Angelo Di Natale,
Giornalista , cittadino indipendente iscritto all’associazione “Partecipiamo”

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