Questa mattina, una delegazione del Partito Democratico di Ragusa formata dal segretario Peppe Calabrese, dal consigliere Gianni Lauretta, dal responsabile Organizzazione del partito Nanny Frasca, dal reggente dei Giovani Democratici Gabriele Licitra e dalla responsabile Centri storici Alessandra Sgarlata (c’era anche il coordinatore cittadino della lista Megafono Salvatore Giaquinta) ha incontrato il prefetto Annunziato Vardé sull’emergenza idrica nel comune di Ragusa. Le richieste e le proposte avanzate sono state di due tipi: per cercare di tamponare nell’immediato la situazione e, a lungo termine, per risolvere la situazione generale.
Di seguito le richieste da soddisfare a breve scadenza in ordine di priorità:
1. Abbiamo chiesto di impedire totalmente che con ordinanza il commissario straordinario del comune di Ragusa dott.ssa Margherita Rizza possa autorizzare l’immissione di acqua non potabile nella rete idrica, informando il procuratore, per cui se è necessario, disponendo d’ufficio il sequestro dei due pozzi “B” e “B1” che risultano contaminati.
2. Abbiamo chiesto, visto che a seguito delle analisi del 12 marzo 2013 non è ipotizzabile il rientro dei valori dell’acqua all’uso potabile in tempi così brevi, un’azione tempestiva e straordinaria finalizzata al superamento della grave situazione, ricorrendo a mezzi e poteri straordinari visto che nella fattispecie concreta a nostro avviso ricorrono nei presupposti previsti nella legge n. 225/92 art. 5 comma 1, ovvero dichiarare lo stato di emergenza, per l’approvvigionamento di acqua potabile sul territorio del comune di Ragusa in modo da far sì che la protezione civile regionale, i vigili del fuoco o qualsiasi altro ente renda disponibili a Ragusa almeno 15 autobotti che riforniscano d’acqua i cittadini che non hanno servizio; oppure in alternativa al mancato reperimento delle autobotti pubbliche, l’applicazione di un “calmiere” per le tariffe del servizio di autobotti private, visto che dai dati in nostro possesso molte ditte che stanno facendo il servizio privato in queste settimane stanno approfittando dell’emergenza aumentando eccessivamente i prezzi.
3. Abbiamo chiesto l’allaccio immediato dell’acqua del centro Asi alla rete idrica cittadina in modo da poter utilizzare i circa 50 litri al secondo della zona industriale per l’approvvigionamento idrico delle abitazioni dei cittadini in orari chiaramente in cui non si reca danno alla realtà industriale.
4. Abbiamo chiesto che ai cittadini che al momento sostengono le spese di rifornimento idrico tramite autobotti private (dato che quelle pubbliche sono assolutamente insufficienti) e nel frattempo pagano la tassa comunale per l’acqua, sia rimborsata una delle due spese, perché non è ammissibile che il cittadino sostenga una doppia spesa (senza contare il disagio) per ottenere lo stesso servizio essenziale.
5. Inoltre l’ing. Giaquinta ha chiesto di analizzare la fattibilità di utilizzo di due pozzi siti a Cava Gonfalone (via Risorgimento e quindi in pieno centro abitato) di proprietà della Polimeri Europa e in disuso da decenni.
Qui di seguito invece le soluzioni che abbiamo avanzato e che hanno a che vedere con un’attuazione delle iniziative più a lungo termine per la soluzione totale del problema idrico nella città di Ragusa:
1. Proponiamo innanzitutto la sistemazione della rete idrica cittadina. Al momento si stima che circa i 2/3 dell’acqua immessa nel sistema idrico cittadino non raggiunga le case dei ragusani, ma si perda nelle condutture, provocando quindi un enorme spreco di acqua, ma provocando anche ingenti perdite economiche per l’ente comunale sia dal punto di vista dell’energia utilizzata per il sollevamento e l’immissione nel sistema, sia dal punto di vista dello spreco riguardante la depurazione e la potabilizzazione di acqua che poi andrà persa nelle condutture.
2. Proponiamo la realizzazione di un impianto di biogas. Mettiamo a disposizione in tale direzione la disponibilità da parte della società “World Bio Megawatt srl”, che per mezzo del suo responsabile Enzo Stentella, si è dichiarata disponibile alla realizzazione dell’impianto stesso. Il progetto da loro esposto è a costo zero per il Comune e potrebbe coinvolgere le numerose aziende zootecniche risolvendo il problema dello smaltimento dei reflui e dei rifiuti organici e, di conseguenza, quello dell’inquinamento delle sorgenti “Oro” e “Misericordia”. L’unica cosa che chiede in cambio la “World Bio Megawatt srl” è l’individuazione e l’assegnazione alla stessa di un sito ottimale, di circa 2 ettari (verosimilmente nelle prossimità della zona di “Cava dei Modicani”, sia per la vicinanza con le molte aziende agricole, sia per non impattare troppo in altre zone per via degli odori che si potrebbero generare con la centrale di biogas e che in quella zona sarebbero impercettibili data la presenza della discarica sub-comprensoriale). Per il funzionamento della centrale a biogas è inoltre considerato fondamentale l’apporto delle aziende, chiamate a fornire per almeno venti anni liquami e rifiuti degli allevamenti (la società si occuperebbe del trasporto dalle vasche di raccolta all’impianto sgravandole di questo pesante fardello) e ricevendo in cambio gratuitamente per di più fertilizzanti per le colture.
Il prefetto, mostrando subito molta disponibilità, ha cercato con la delegazione di individuare soluzioni funzionali e veloci per la soluzione del problema. Infatti ha preso innanzitutto impegno di intervenire con il commissario Rizza per manifestare la contrarietà da parte della città nei confronti della determina di immissione di acqua non potabile nella rete cittadina anche in relazione alla psicosi che si potrebbe generare tra i cittadini, a costo però di trovare soluzioni alternative. Infatti ha valutato positivamente la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza (valutati i presupposti di legge per farlo nazionalmente o regionalmente); ha valutato positivamente il discorso del collegamento con l’Asi. E in ultimo ha valutato positivamente la soluzione di cercare insieme con l’aiuto del genio civile tutti i pozzi di interesse pubblico presenti nel centro abitato e requisirli per far fronte alla crisi idrica.
Per questo restiamo in attesa di questi passaggi da parte del Prefetto e dei suoi collaboratori, rimanendo in stato di agitazione come abbiamo manifestato al prefetto, specialmente per la delibera che permetterebbe all’intera città di avere acqua non potabile. E’ stato chiarito che su questo fronte non abbasseremo la guardia, anzi se il commissario prosegue in questa strada, chiaramente non potremo fare altro che manifestare il nostro dissenso davanti alle sedi istituzionali coinvolgendo i moltissimi cittadini che chiedono soluzioni effettive e non peggiorative del problema.