Emergenza idrica a Ragusa: “Partecipiamo” lancia la petizione popolare contro l’immissione di acqua non potabile nella rete idrica.

partecipiamoDopo l’incontro della scorsa settimana con il commissario Rizza, l’associazione Partecipiamo Ragusa, di fronte all’ennesimo diniego dell’amministrazione comunale circa l’utilizzo delle unità mobili di potabilizzazione il cui utilizzo era stato proposto dall’associazione nelle scorse settimane, ha deciso di coinvolgere nuovamente e direttamente la cittadinanza lanciando una petizione popolare per bloccare l’immissione di acqua non potabile nella rete idrica del comune di Ragusa.
Stamane nel corso di una conferenza il presidente Marcella Scrofani, la portavoce Concetta Camillieri e Marco Dimartino, membro dell’associazione, hanno illustrato alla stampa tutti i dettagli dell’iniziativa che vedrà da subito “Partecipiamo” in prima linea nelle piazze ragusane per la raccoltà di firme finalizzata ad una petizione popolare che verrà portata avanti nel rispetto dell’art 8 comma 3 dello Statuto Comunale. “Si tratta di una novità assoluta – ha spiegato il presidente Marcella Scrofani – considerato che con la petizione popolare il Commissario dovrà rispondere con un vero e proprio atto amministrativo alla richiesta dei tanti cittadini che firmeranno. Potrà anche optare per il silenzio assenso, in ogni caso dovrà rispondere del suo operato e della bontà o meno delle sue scelte.”
Dal momento che non vi sono ostacoli tecnici, del tutto oscure sono le ragioni del diniego circa l’impiego di unità mobili di potabilizzazione che anche dal punto di vista economico l’impiego rappresenterebbe un risparmio contrariamente a quanto affermato dai dirigenti comunali. “Si consideri, volendo ragionare per difetto, che attualmente il Comune di Ragusa spende circa 100 mila euro al mese e ne fa spendere circa 300.000 ai cittadini – ha dichiarato Marco Dimartino – ; la nostra proposta costa, invece, solo 30.000 e consentirebbe di rifornire ai 15.000 cittadini interessati circa 202 litri di acqua a testa al giorno.”
La soluzione trovata dal comune e formalizzata con l’Ordinanza Sindacale n. 260 del 15/03/13, consistente nell’immissione di acqua non potabile nella rete idrica, oltre a mettere a rischio la salute dei cittadini che ci risultano essere fortemente contrari a questa soluzione potrebbe avere delle ripercussioni significative sul bilancio del comune. “Abbiamo chiesto al commissario se il comune intende far pagare ai cittadini il canone idrico per l’acqua non potabile immessa nella rete ma non abbiamo avuto alcuna risposta – ha dichiarato Dimartino. A parere di “Partecipiamo”, configurandosi tra il comune ed il cittadino un vero e proprio contratto a prestazioni corrispettive, si configurerebbe a carico dell’ente municipale una grave inadempienza contrattuale in ragione della quale non andrebbe riscosso alcun canone idrico, con gravi conseguenze per le casse comunali che, sempre volendo ragionare per difetto, potrebbe registrare mancati guadagni per circa 3.000.000 di euro. La scelta di immettere acqua non potabile, oltre che illogica, potrebbe gravare pesantemente sui futuri bilanci comunali.”
Partecipiamo girerà in camper su tutto il territorio comunale, spiegando l’iniziativa, alla ricerca delle almeno 300 firme necessarie per presentare la petizione. “Potrete firmare la petizione di Partecipiamo in tutti i banche verranno allestiti dall’associazione nei prossimi giorni – ha spiegato la portavoce Concetta Camillieri –. Con la petizione popolare chiediamo al Commissario Rizza di tornare su suoi passi perché a nostro parere la scelta di immettere nella rete idrica di acqua non potabile rappresenta invece un atto di estrema gravità perché oltre ad esporre i cittadini a rischi per la salute determinerebbe l’inquinamento di acqua che oggi è ancora potabile e inquinerebbe le cisterne di tutti i ragusani.”

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