Abolizione delle Province. L’ex sindaco di Modica: ” Creiamo il “Consorzio del Sudest” con a capo Modica”

piero torchiVarata dall’Ars la tanto attesa legge di abolizione delle province in Sicilia, nonostante il “vulnus” democratico rappresentato dal lungo commissariamento che si profila, è tempo di iniziare a ragionare sui futuri Consorzi di Comuni, che non coincideranno né per numero, dovrebbero essere circa 22, né per dimensione territoriale con le vecchie province.
Mentre si sente il Presidente Crocetta proporre e pensare all’elevazione a Consorzio di Gela e Marsala, penso ci sia una candidatura naturale per dimensione storica, per omogeneità del territorio interessato e, soprattutto, per prospettiva di sviluppo. Mi riferisco alla possibilità di creare il “Consorzio del Sudest” e di porre a capo dello stesso Modica, antica capitale della Contea e centro più popoloso ed importante tra quelli compresi nella proposta. “Immaginare che oltre Modica, Scicli, Ispica, Pozzallo, Portopalo, Pachino, Rosolini e Noto – dice l’ex sindaco di Modica, Piero Torchi –  possano rappresentare una comunità unita da comuni radici ma anche da un progetto di sviluppo condiviso, che parta dal riconoscimento Unesco, dal barocco, dal turismo balneare e culturale, dall’enogastronomia, non è certo un’idea peregrina, quanto il concretizzarsi di un antico progetto, già aggregato attorno al Distretto Culturale, virtuosa esperienza che ha anticipato di fatto i consorzi e che ha vissuto il suo momento di massimo splendore proprio durante la presidenza modicana.

Per queste ragioni è indispensabile che tale progetto sia al centro della proposta politica della futura amministrazione di Modica, e punto fondante dei programmi di ciascun candidato; si tratta di questioni sulle quali non sono ammesse divisioni e lacerazioni: solo risultati concreti per il cui raggiungimento l’intera classe politica della città deve lavorare all’unisono.

Rinunciare stavolta a perseguire un risultato concreto ed evidente nella sua naturalezza, equivarrebbe a tradire la millenaria storia della città; oggi non si tratta più di rinverdire un antico campanilismo mai sopito, piuttosto che rimpiangere con nostalgia antichi fasti, e neppure guardare al futuro con la testa rivolta all’indietro, quanto piuttosto scegliere con determinazione e ponderazione ciò che è meglio e ciò che è giusto per Modica, per i Comuni del comprensorio, e per un territorio che da sempre è rimasto unito per sentimento e per afflato culturale.

Allora, e solo allora, si potrà pensare di riprendere e vincere la battaglia per riavere il Tribunale, per dotare il comprensorio di tutti i servizi nel tempo perduti in nome di una “spending review” dissennata, ricostruendo quel tessuto sociale ed istituzionale che aveva reso negli anni Modica provincia di fatto, all’interno delle province ufficialmente riconosciute.

Rinunciare adesso alla battaglia significa abdicare rispetto alla storia, alla speranza di un territorio, ad uno sviluppo economico e culturale molto più semplice da immaginare e perseguire insieme alle città sorelle e vicine che in una solitudine che, purtroppo, dorata non è più se mai lo fosse stata. Per queste ragioni è dovere di tutta la classe dirigente del comprensorio, ma anche di tutta quella più illuminata e lungimirante della provincia, lavorare affinchè ciò accada, affinchè ciascuno di noi possa sentirsi orgoglioso di aver dato il proprio piccolo e modesto contributo ad una causa che dovrà vedere in prima linea i parlamentari regionali e le singole amministrazioni.

Perdere questa occasione significherebbe rinunciare al futuro; per questo motivo l’auspicio è che il dibattito sulle prossime amministrative possa articolarsi su questi temi e su questi progetti e che la città scelga chi, meglio degli altri può condurre in porto le grandi battaglie che attendono Modica ed i modicani; con determinazione, autorevolezza, preparazione, tensione ideale e competenza. Una guida sicura ed autorevole che conduca la città fuori dal guado”.

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