Ieri pomeriggio i carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla hanno arrestato un trentaduenne ragusano individuato come l’autore delle violenze sessuali commesse nei vicoli di Ibla negli ultimi mesi. Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio scorsi, infatti, s’erano verificati quattro episodi di violenza sessuale, tutti a Ibla e tutti nei confronti di studentesse nei pressi dell’università e di una scuola superiore. Le modalità d’aggressione delle vittime – rivoltesi tutte immediatamente ai militari della stazione di Ragusa Ibla – apparivano fortemente rassomiglianti: avvicinate furtivamente da tergo, strette con forza e palpeggiate avidamente nelle loro parti intime. Anche le vittime hanno molto in comune, hanno tra i 14 e i 25 anni, tutte studentesse, due al liceo e due all’università.
Peccato per il maniaco che le quattro ragazze in comune hanno dimostrato d’avere anche scaltrezza, buona memoria e combattività da vendere. Infatti, non solo tutte hanno prontamente reagito e pare che il “furbone” abbia anche preso qualche borsettata in testa e sia dovuto fuggire celermente subendo gl’improperi delle ragazze, sono state anche tutte molto precise nel descrivere ai carabinieri della stazione di Ibla il loro aggressore.
Ed è stato quindi abbastanza facile per i militari arrivare a capire chi potesse essere lo sporcaccione è stato abbastanza agevole, ed è così che hanno deferito al pubblico ministero il trentaduenne G.N., operaio, coniugato, già noto alle forze dell’ordine, e ne hanno proposto la custodia cautelare.
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica Iblea, condividendo le risultanze investigative e le argomentazioni dei carabinieri, ha richiesto subito al giudice per le indagini preliminari di poter procedere all’arresto dell’indagato.
Ed è così che ieri pomeriggio, decreto del giudice alla mano, i militari di Ibla si sono presentati a casa dell’indagato e lo hanno arrestato per l’ipotesi di reato di violenza sessuale aggravata. L’unica concessione che l’uomo ha ottenuto è quella di ottenere i domiciliari anziché andare alla casa circondariale. Certo è vero che rinchiuso nella propria abitazione, dovrà in qualche maniera spiegare alla moglie il motivo per cui non può uscire a fare la spesa, a lavorare o a comprare il giornale.
I militari stanno ora cercando di capire se vi siano altre donne che magari avevano subito le molestie sessuali e non le avevano denunciate, o per paura di esporsi o per quieto vivere. È infatti possibile che l’accanito palpeggiatore abbia riservato le proprie “attenzioni” a qualche altra donna, studentessa o meno e ulteriori testimonianze potrebbero aiutare i carabinieri e il pubblico ministero a corroborare un quadro probatorio nei suoi confronti. Le indagini pertanto continuano.