Un anno in un giorno. Oggi il calendario segnerà il trascorrere di dodici mesi, da quel tragico sette aprile 2012, in cui perse la vita l’indimenticabile Paolo Garofalo. La notizia già alle prime luci della vigilia di Pasqua, rimbalzava nelle orecchie dei suoi concittadini modicani, increduli. Basiti. Sbigottiti. Sconcertati. Paolo aveva soltanto quarantasei anni e lasciava una famiglia che adorava (e che adora, ancora oggi, proteggendola da lassù, dove si trova). Un infarto lo aveva stroncato durante il sonno e niente di più aveva potuto l’adorata moglie Alessandra, se non chiamare i soccorsi tempestivi, risultati inutili. Paolo di professione era medico-veterinario, molto apprezzato per una profonda conoscenza della sua materia, che era diventata tale dopo essersi laureato nell’Ateneo messinese. Amava Modica e ne era vicesindaco. Inoltre ha ricoperto la carica di Presidente della Civica Assise. Aveva alle spalle le responsabilità che aveva ricoperto nel servizio pubblico e ci ha regalato in questo breve ma intenso periodo, tutta la sua esperienza. Ha cercato di trasmettere ai meno fortunati, l’amore ma anche la responsabilità dell’essere uomini. Paolo credeva fino in fondo nella funzione sociale e civile di chi si spende e ragiona sui fatti, credeva che solo una città consapevole, capace di raccontarsi con onestà, fosse una democrazia sana, una democrazia viva. Non accettava i compromessi, Paolo. E le parole troppo spesso imbrigliate, non gli appartenevano: tutto ciò che pensava non lo diceva alle spalle, bensì crudamente in “faccia”. Se gli stavi simpatico o antipatico (davvero in pochi, in quest’ultima categoria) lo sapevi, perché Paolo non ne faceva mistero. Paolo era credente, molto. Ma, ancor più, era ed è credibile. Penso alle parole di un grande eroe, anch’egli purtroppo prematuramente scomparso, il giudice Livatino, ucciso dalla mafia: «Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili». Proprio per tale ragione, per il suo esempio e la sua credibilità, lunedì alle ore 19, gli verrà intitolata quell’aula che, con passione, lo vide protagonista. L’Amministrazione e la Presidenza del Consiglio comunale hanno ritenuto che la memoria di Paolo Garofalo, con riguardo particolare al suo spirito di servizio alle istituzioni e alla collettività, meriti di essere conservata nel tempo. Di lui mi porterò per sempre dentro le emozioni amicali costruite insieme, la sua generosa umanità, ma anche i sorrisi, le risate, le imitazioni. La sua passione per il calcio era nota ed era nota anche la sua simpatia per il nerazzurro dell’Inter. Ma prima dei colori della squadra di Moratti, che aveva trasmesso anche al figlio primogenito Giorgio, era il suo tifo per il rossoblù del Modica a darne un segno distintivo della sua passione calcistica. Oggi ci guardi da lì, camminando sulle nuvole e ci prendi in giro, con fare tutto e solo Tuo. E noi, piangendoti ancora una volta, l’ennesima, sorridiamo perché sappiamo che le persone migliori non muoiono mai ed anche se non più presenti fisicamente, vivono nei nostri cuori.
Tu sei lì, caro Pauluzzo, nel mio, nel nostro cuore.
La Santa Messa in suffragio di Paolo Garofalo, sarà officiata oggi pomeriggio, alle ore 19, presso la Chiesa di “Santa Maria”.