Per fare tornare la figlia a casa, si era “spacciata” al telefono per un’ispettrice della polizia di polizia. Dall’altra parte del filo aveva risposto l’amica che aveva ospitato la figlia. Le due, per meglio capire la vicenda, si erano recate conseguentemente in Commissariato per parlare con la poliziotta che, però, si era detta estranea ai fatti. Ecco perché una donna modicana, Teresa S., era stata accusata di sostituzione di persona. I fatti sono di circa cinque anni fa. Il giudice onorario del Tribunale di Modica, Francesca Aprile, probabilmente calandosi nei panni della madre disperata e, quindi, che avrebbe agito “maldestramente” per tale motivo, ha accolto la richiesta del difensore dell’imputata, l’avvocato Fabio Borrometi, e l’ha assolta. Anche il pubblico ministero, Veronica Di Grandi, si era espressa in tal senso. Secondo la denuncia, dopo un alterco, la figlia della donna se n’era andata di casa portando con se anche alcuni oggetti di valore. La giovane era andata ad abitare in casa di un’amica. Un giorno, quest’ultima, ricevette una telefonata con la quale una voce di donna si era presentata come l’ispettrice-psicologa Rosa Timperanza del Commissariato invitandola a tornare a casa e, ovviamente, a riconsegnare i preziosi portati. Alla luce di questa interlocuzione, le due amiche si recarono presso gli uffici di polizia in Via Cornelia dove, effettivamente, era in organico un agente che si chiamava in quel modo ma non era un ispettore e nemmeno una psicologa e che, soprattutto, era ignara della telefonata. La stessa poliziotta denunciò l’imputata per sostituzione di persona.
Modica, si era “spacciata” per poliziotta al telefono. Assolta una donna
- Aprile 11, 2013
- 9:49 am
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