Modica, cinque presunti “Forconi” a processo

movimento dei forconiLa protesta dei Forconi che l’anno scorso blocco’ molte delle principali arteria della Provincia di Ragusa, registra i primi procedimenti penali. Ieri mattina, infatti, cinque persone, ritenuti appartenni all’organizzazione capeggiata da Mariano Ferro, sono comparse davanti al giudice onorario del Tribunale di Modica, Francesca Aprile, per difendersi al l’accusa di violenza privata. Si tratta dell’imprenditore Angelo Fargione, difeso dall’avvocato Giorgio Terranova, e per il quale si profila uno scambio di persona con un altro imprenditore con lo stesso cognome, Salvatore Tela e Ignazio Macauda, difesi dall’avvocato Emanuele Guerrieri, Giuseppe e Ignazio Pisana, difesi dall’avvocato Giuseppe Pellegrino. Sono tutti modicani. Secondo l’accusa, avrebbero, con minacce e violenze,

impedito ad alcuni autocarri di proseguire la marcia costringendoli a tornare indietro. L’indagine, eseguita dalla Digos, era scattata a seguito della denuncia presentata da un’azienda ragusana per la distribuzione di latte fresco, i cui autisti sarebbero stati costretti a rientrare in sede poiché era stato impedito loro di proseguire la marcia all’altezza dello slargo nei pressi del Viadotto sull’Irminio. La polizia aveva effettuato dei filmati, attraverso i quali si è risaliti, con la lettura delle targhe dei mezzi che avrebbero bloccato il passaggio di autocarri, ai proprietari, in questo caso ai conducenti. Qualcuno si è difeso sostenendo di essersi solo fermato sul posto a discutere con i partecipanti alla protesta, proprio per capire cosa stesse accadendo, qualche altro, come nel caso di Fargione, sarebbe stato indagando poiché non si era riusciti ad individuare il conducente del mezzo da lavoro, per cui rispondere come obbligato in solido. Il giudice, dopo avere incardinato il procedimento, ha rinviato tutti a, prossimo mese di ottobre. La protesta del gennaio 2012 aveva creato non poche difficoltà alle aziende. Oltre alla società per la distribuzione del latte, tante altre avevano subito danni. Basti pensare che la Cia siciliana, a conti fatti, aveva rilevato che il blocco degli autotrasportatori, attuato prima in Sicilia e poi nel resto d’Italia, era costato all’agricoltura e alla zootecnia siciliana 70 milioni di euro. Il danno, in questo caso, era individuato nell’ortofrutta il comparto che più aveva sofferto del blocco con danni per 40 milioni per gli ortaggi (pomodori, zucchine, peperoni, melanzana, etc.), 15 milioni per le arance, 5 milioni per i limoni, 3 milioni per i carciofi

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