Modica, rapinò una connazionale della questua. Torna libera, con obbligo di firma, una rumena

tribunale modicaTorna in libertà la rumena Irina Mihalache, di 34 anni, arrestata lo scorso mese di settembre insieme alla figlia minorenne. Il Collegio Penale del Tribunale di Modica(Maggiore, Chiavegatti, Rada Scifo)ha sciolto la riserva ed ha rimesso in libertà . La donna, che poi era andata ai domiciliari, ha ottenuto una pena meno afflittiva, come aveva chiesto il suo difensore, l’avvocato Andrea Caruso. Avrà solo l’obbligo di firma. Era finita in manette per una rapina in danno a una sua connazionale. Nei pressi della chiesa Santa Maria di Betlem, le due congiunte, dedite solitamente alla questua per le vie del centro, avevano incontrato una loro connazionale che aveva celato il suo cellulare e una piccola somma di denaro all’interno del reggiseno, maturando l’intenzione di appropriarsene. Fulminea era stata l’azione delle donne che avevano aggredito la vittima con calci e pugni, l’avevano sbattuto contro un’auto in sosta e dopo averle strappato il vestito ed il reggiseno, si erano appropriate del denaro dileguandosi per i vicoli. I magistrati hanno escusso il marito della vittima, il quale si è trincerato dietro parecchi “non ricordo” rischiando l’incriminazione per falsa testimonianza. “Ci hanno chiesto scusa – ha tenuto a precisare l’uomo”. Secondo il pubblico ministero, Alessia La Placa, nella denuncia presentata all’epoca, la Mihalache avrebbe minacciato di morte la vittima dicendole “Ti faccio investire con l’auto da mio marito e poi scappiamo in Romania e non ci trovano più”. Il problema era il “possesso del territorio”. L’imputata e la figlia avevano stabilito che la zona della chiesa di Santa Maria era di loro competenza. Alla Polizia, la minore aveva consegnato una banconota da 20 euro che aveva prelevato dalla tasca dei pantaloni. Alcune banconote erano state recuperate sul posto da un passante che aveva assistito all’aggressione.

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