“Ricorso di ANCE Ragusa alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”

Caggia-ANCE RagusaANCE Ragusa ha conferito all’Avvocato Carmelo Giurdanella e allo Studio Legale Giurdanella&Partners l’incarico di redigere l’atto giudiziario e presentarlo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo al fine di dichiarare illegittimo l’aumento dei costi della giustizia (contributo unificato) relativi alle controversie riguardanti gli appalti pubblici. “Si tratta di un atto dovuto,”, dichiara il Presidente dei Costruttori ragusani, Sebastiano Caggia, “visto che la legge di stabilità 2013 ha aumentato il contributo unificato (ndr: una specie di tassa di accesso per iniziare una procedura) per il contenzioso negli appalti pubblici correlandolo al valore della controversia. In particolare, abbiamo impugnato la parte della legge che stabilisce che il contributo dovuto è di euro 2.000, quando il valore della controversia è pari o inferiore ad euro 200.000; per quelle di importo compreso tra euro 200.000 e 1.000.000 il contributo dovuto è di euro 4.000 mentre per quelle di valore superiore a 1.000.000 di euro è pari ad euro 6.000. Inoltre la stessa disciplina ha aumentato il contributo del 50% per i giudizi di impugnazione.

I giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dovranno pertanto decidere se, come affermiamo noi di ANCE Ragusa, gli altissimi costi gravanti sulle imprese che decideranno di rivolgersi al giudice amministrativo per far riconoscere i propri diritti, ledano o meno il diritto di difesa e il diritto di accesso alla tutela giurisdizionale, da sempre ritenuti “diritti inviolabili dell’individuo”.

E’ evidente l’urgenza della questione – conclude Caggia – dato che l’onerosa misura del contributo unificato rischia di compromettere gli obiettivi di lotta alla corruzione, dal momento che si rischia, proprio in un settore sensibile come quello degli appalti pubblici, di impedire qualunque controllo sia di fatto che di diritto sullo svolgimento di procedure amministrative tanto delicate”. Non si può pretendere di combattere la corruzione in presenza di un sistema che drasticamente scoraggia ogni controversia in materia di contratti pubblici.

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